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26 Aprile, 2024

Pompei: riaprono le terme, la casa di Leda e quella degli amorini dorati



Il patrimonio storico artistico dell’Italia è unico al mondo e l’area di Pompei è l’esempio lampante di questa affermazione. Con Ercolano, Oplontis, Nuceria Alfaterna e Stabia rappresenta infatti un unicum in quanto si tratta di città dell’antichità giunte quasi integre fino a noi grazie alla terribile eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d. C., quella raccontata da Plinio il Giovane e da Tacito che scosse la Campania inabissando sotto uno strato di oltre 10 metri di ceneri e residui piroclastici l’abitato a ridosso del vulcano.

Una tragedia di proporzioni bibliche che produsse distese di desolazione e migliaia di morti. Gli antichi evitarono questi territori per secoli in preda alle antiche superstizioni che circondavano quest’area teatro di uno dei disastri naturali più spaventosi dell’antichità.

La riscoperta avvenne nel 1748 per volere di Carlo II di Borbone che in seguito al successo dei ritrovamenti di Ercolano avvenuti casualmente nel 1709 grazie agli scavi del palazzo di Emanuele Maurizio di Lorena presso il litorale di Portici, decise di avviare una campagna di scavi attraverso pozzi e cunicoli che gradualmente riportarono alla luce antiche statue, marmi e colonne. Mentre con l’unità d’Italia e grazie alle evoluzioni delle tecniche di scavo la città venne mappata e restituita ai visitatori quasi integralmente, l’onerosa campagna di restauro e messa in sicurezza degli edifici lasciava delle importanti lacune nonostante l’introduzione dell’area all’interno dei patrimoni dell’Unesco e nel 2010 avveniva il crollo della casa dei gladiatori che rinverdiva il filone delle polemiche connesse con la conservazione del patrimonio artistico nazionale.

Nonostante ciò negli ultimi anni si è assistito a un rinnovato interesse per l’area e nel 2016 il sito di Pompei ha superato i tre milioni di visitatori, diventando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino.

In questi giorni Pompei festeggerà alcune importanti inaugurazioni con la riapertura del percorso della via del Vesuvio un perimetro di 3km intorno all’area non scavata nella regio V dell’antica città (tra la casa delle Nozze d’argento e il vicolo di Marco Lucrezio Frontone) che permetterà al pubblico di visitare per la prima volta la Domus di Leda e il cigno, un affresco che s’instaura in un complesso scenico che declama l’amore nelle più svariate forme, come traspare nelle stanze della stessa dimora che, insieme alla possente statua di Priapo all’ingresso mostra altri decori raffinati con ornamenti floreali, cornucopie, grifoni, nature morte, amorini volanti e scene di lotte tra animali. Restituito al pubblico anche il complesso delle Terme Centrali mentre sarà riaperta anche la Casa degli Amorini Dorati messa in sicurezza dopo i recenti interventi di manutenzioni e le campagne di restauro.

Grazie a queste nuove inaugurazioni sarà possibile assaporare alcuni aspetti sconosciuti di questa perla dell’archeologia potendo passeggiare tra le sale decorate delle terme un passatempo al quale i romani si dedicavano giornalmente non solo per provvedere alla pulizia giornaliera ma anche ricercando l’elisir di lunga vita (era già noto infatti l’effetto terapeutico dei bagni e dei vapori termali). Anche attraverso l’apprezzamento di queste opere si riesce a comprendere il gusto per la vita dei romani, la loro passione per alcuni passatempi mondani e alcuni giochi caratteristici come i dadi, tramandati dagli etruschi e tanto amati dai nostri antichi progenitori in tutti gli strati sociali dalla plebe fino agli imperatori.

Queste importanti novità sono il frutto del Grande Progetto Pompei, una vasta campagna di scavo voluta dal Direttore del Parco Archeologico Pompeiano Massimo Osanna che non solo ha coordinato il team di esperti e archeologi che si è occupato della ricerca ma che sulle stesse nuove scoperte ha voluto anche scrivere un libro dall’alto valore storico e scientifico intitolato “Pompei. Il tempo ritrovato. Le nuove scoperte”, presentato in anteprima lunedì 25 novembre proprio in occasione della riapertura di via del Vesuvio. Un volume disponibile nelle librerie dal 26 novembre al prezzo di 20 € che consta di 448 pagine e stampato per Rizzoli.



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