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5 Maggio, 2024

PdS, Cuccurese: “Autonomia differenziata, progetto eversivo dell’unità nazionale. Ora e sempre Resistenza!”



Nelle loro punte ideali più radicali ed elevate, il Risorgimento prima, l’antifascismo e la Resistenza poi ci hanno trasmesso un insegnamento pedagogico-civile di impegno per la costruzione di un Paese libero, equo, solidale, uno e indivisibile non solo dal punto di vista formale, ma anche dal punto di vista sociale, economico e culturale. Un impegno fatto proprio dagli esponenti del meridionalismo classico e del nuovo meridionalismo, che, proprio in nome degli ideali di uguaglianza, giustizia e libertà, hanno agitato nel corso della storia italiana il problema della riunificazione delle “due Italie”. Riunificazione oggi fortemente minacciata dall’attuazione del regionalismo discriminatorio promosso dal governo Meloni, e non solo dal governo Meloni. Su questi temi si è espresso il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese. Di seguito, la versione integrale del suo intervento.   
La memoria del 25 Aprile è un dovere che va sostenuto con impegno, oggi più che mai. Mai come oggi è infatti necessario ribadire che solo la verità storica rafforza l’unità, così come il superamento di discriminazioni territoriali, odi e rancori che sarebbe bene sconfiggere definitivamente. Nella complessità della Storia, anche di quelle personali, non c’è riconciliazione possibile con il fascismo, negazione della democrazia. Altro che “secessione dei ricchi” che continua il suo abietto percorso eversivo dell’unità nazionale con il governo Meloni, composto da sovranisti senza sovranità, da revisionisti e da dichiarati nostalgici, che addirittura procedono verso la balcanizzazione del Paese con l’approvazione del Ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata al fine di aumentare le discriminazioni territoriali, le sopercherie, le sottrazioni, addirittura i diritti di cittadinanza, di serie A al nord e di serie B al sud. Ecco perchè, in tutto questo disastro, per costruire l’alternativa popolare di sinistra alle parole d’ordine antiliberista, ambientalista, anticapitalista, antifascista, femminista e pacifista, è doveroso aggiungere meridionalista; visto che il Mezzogiorno non solo è il territorio più povero d’Europa, ma soffre di discriminazioni e di un razzismo di Stato che addirittura penalizza volutamente anche la durata di vita dei suoi abitanti e quindi ha bisogno di un richiamo e di una sua specificità riconoscibile e riconducibile. Bisogna unirsi tutti su più battaglie, in questo caso sul Mezzogiorno dandogli voce e rappresentanza anche in funzione di fermare la destrutturazione dello Stato, con il Presidenzialismo alle porte, con le conseguenti privatizzazioni, al Nord come al Sud“.



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