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5 Maggio, 2024

Laboratorio Occupato Zero81: “Nicola Zitara, Il Mezzogiorno e la nascita della colonia interna”



Il dualismo sociale, economico, civile e culturale tra Nord e Sud Italia ha trovato in diversi esponenti del socialismo e del comunismo italiano alcuni dei suoi più lucidi ed innovativi interpreti che vale la pena iniziare a rimuovere dall’oblio cui sono stati relegati anche a seguito della cancellazione del Meridione dal dibattito pubblico, nonché dall’agenda politica dnazionale degli ultimi trent’anni.

L’“abolizione” del Sud è stata segnata da alcuni passaggi storico-politici fondamentali: la chiusura della Cassa del Mezzogiorno (1984); la cessazione dell’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno (1994); il depennamento dello stesso termine Mezzogiorno dalla Carta costituzionale in occasione della riforma del Titolo V della Costituzione (2001).

Sul piano culturale, tale processo di rimozione si è caratterizzato per il ridimensionamento dell’interesse storiografico nei confronti del Sud Italia, fino al punto tale che, di recente, il Presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia contemporanea, Fulvio Cammarano, ha affermato che “il meridionalismo è morto, svuotato di ogni significato”.

Tuttavia, negli ultimi mesi si sta assistendo ad un’inversione di tendenza e la “ri-scoperta” della questione meridionale è stata favorita dalla mobilitazione sociale, politica, civile e culturale contro l’autonomia regionale differenziata, che, nella forma in cui è stata richiesta dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, si configura come un vero e proprio progetto “eversivo”, un “golpe” contro lo Stato centrale al fine d’istituzionalizzare il divario Nord/Sud, riducendo quest’ultimo alla conclamata funzione di colonia da cui estrarre risorse naturali, finanziarie ed umane e da cui rimuovere i patrimoni culturali, simbolici ed identitari sino a giungere alla sua definitiva e totale desertificazione.

Si tratta della via italiana alla soluzione della “Grande crisi”: sganciare la “locomotiva” virtuosa del Nord dalla “palla al piede” del Sud, per fuggire via con un malloppo di 190 miliardi di euro di spesa pubblica, ai quali, per il solo triennio 2014/2016, bisogna aggiungere i 163 miliardi di spesa pubblica allargata già scippati ai bambini, agli studenti, ai malati, agli anziani ed ai bisognosi che abitano al di là del Garigliano attraverso il “trucchetto” della spesa storica.

È il paradigma etnico-liberista agitato prima dalla Lega Nord e successivamente promosso dal Partito trasversale del Nord, che, nell’età della “lotta di classe dopo la lotta di classe”, coerentemente alla redistribuzione della ricchezza verso l’alto, mira a concentrare la ricchezza nei territori già ricchi del Settentrione, impoverendo ancora di più quelli già relativamente poveri del Mezzogiorno.

Entro questo clima di aspro dibattito, ma anche di raffinate e rigorose analisi giuridiche, economiche, sociali e culturali tese a rilanciare la centralità politica dello storico divario Nord/Sud, si colloca il seminario di formazione su Nicola Zitara, Il Mezzogiorno e la nascita della colonia interna, organizzato dal “Laboratorio Occupato Zero81”, presso la sua sede di via Banchi Nuovi, 10 – Napoli, per sabato 1° giugno alle ore 17:00.

Socialista “eretico”, giornalista militante, caporedattore della rivista Quaderni calabresi, autore di testi fondamentali sul Meridione, L’invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria; L’unità d’Italia. Nascita di una colonia; Il Mezzogiorno e le sue classi. Il proletariato esterno, ancora oggi Zitara può essere considerato come il grande rimosso del meridionalismo. Basti scorrere gli indici dei nomi di alcune delle più accreditate sintesi critiche sulla storia del Mezzogiorno e del meridionalismo, come quelle di Salvatore Cafiero, Questione meridionale e unità nazionale, Claudia Petraccone, Le ‘due” Italie’, Francesco Barbagallo, La questione italiana, e Salvatore Lupo, La questione, per verificare come il nome e le opere dello studioso e politico calabrese siano stati e, tuttora, ancora siano sistematicamente e reiteratamente ignorati.

Per rompere quella che sembra essere una vera e propria “congiura del silenzio” nei confronti della figura e delle posizioni di uno dei più originali esponenti della variegata ed articolata corrente politico-culturale del meridionalismo ne illustreranno le tesi di fondo Lidia Zitara, giornalista, Fortunato Cacciatore, docente di Storia della Filosofia presso l’Università della Calabria, e Lorenzo Terzi, archivista e giornalista.

Grazie al contributo da loro offerto al recupero della memoria del “grande rimosso”, ci sono tutti gli elementi per un seminario di approfondimento rigoroso e militante che vada al di là degli steccati tradizionali a cui è rimasta ancorata buona parte della sinistra radicale, che, addirittura, fa anche fatica a pronunciare l’espressione: “questione meridionale”.

29/05/2019 – Salvatore Lucchese

 



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