La pattuglia è ferma in Piazza Palomba, nell’affollata Torre del Greco. Due carabinieri della sezione radiomobile cercano una persona per una notifica. Sono fuori dalla gazzella quando un uomo e una donna si avvicinano disperati. Con loro c’è un bambino, ha il volto gonfio. Respira a fatica, ha gli occhi spenti. Zio e madre sono disperati. E’ in shock anafilattico, qualcosa che ha appena mangiato deve avergli provocato una violenta reazione allergica.
“Sta male, non arriveremo mai in tempo in ospedale. Aiutateci!”
I due militari si scambiano una rapida occhiata d’intesa e sanno già cosa fare.
Fanno entrare in auto madre e piccolo e sfrecciano verso il pronto soccorso, lampeggianti e sirene spiegate. L’ospedale Maresca dista 2 chilometri e mezzo ma il recente crollo di un edificio in centro ha ridisegnato la mappa e stravolto la circolazione. C’è traffico ma chi è alla guida ha esperienza da vendere. In auto un silenzio irreale. L’autista ha tre figli e pensa a quel bambino come se fosse uno dei suoi. Sente sulle spalle un peso enorme e intanto taglia le auto in coda come il burro.
Il capo-equipaggio si volta continuamente verso i sedili posteriori. La madre stringe il figlio, gli carezza il viso. Ha il terrore dipinto addosso. “Ce la faremo” – le ripete – “suo figlio starà bene!” Passano 3 minuti, forse 4. La pattuglia raggiunge l’ospedale.
I medici escono sulla corsia del pronto soccorso allarmati dalla frenata brusca e dalle sirene.
“Questo bambino è in shock anafilattico! Portatelo dentro!” Il piccolo entra in pronto soccorso con la madre e i sanitari. I carabinieri vedono le porte scorrevoli chiudersi dietro di loro. L’adrenalina lascia spazio alla consapevolezza. Anche loro atterriti rivivono gli ultimi minuti come se fossero state ore. Il piccolo, due anni compiuti, viene curato. La reazione allergica controllata. Dal Maresca viene portato al Santobono, poi dimesso. Per carabinieri e familiari un sospiro di sollievo.