A più di un anno dal suo insediamento, il disegno del governo ‘sovranista-patriottico’ presieduto da Giorgia Meloni è oramai chiaro: portare l’aqua, la farina e tutto il resto al mulino dei poteri forti del Nord, per poi fare ricadere qualche gocciolina maleodorante di liquido non meglio identificato a Sud. Alimentare la presunta locomotiva-Nord, per tenere spento il secondo motore del Paese. Dal perpetuarsi della ripartizione della spesa pubblica complessiva tramite il ‘piede di porco’ della spesa storica alla Zes unica, dagli scippi del Pnrr all’attuazione del regionalismo discriminatorio ed estrattivo, sempre di più al Nord e sempre di meno ad un Sud, che, oramai, da decenni è quasi del tutto privo di un’adeguata rappresentanza politica che non sia formata dagli “ascari” di mestiere. Insomma, il governo Meloni punta a perpetuare, ampliare ed istituzionalizzare il gap Nord-Sud in una fase storica caratterizzata dall’espodere delle policrisi. Fase che richiederebbe di rendere più equo e coeso il Paese e non certo di spaccarlo definitivamente.
Sul tema è intervenuta una delle pochi voci fuori dal coro del presunto mito di un Nord virtuoso e di un Sud corrotto, mito alimenatato nel corso degli ultimi decenni dalla gran cassa etno-liberista fatta propria sia dal centro-destra che dal centro-sinistra. E’ la voce di Natale Cuccurese, che, in qualità di Presidente del Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti, non perde occasione per denunciare i divari territoriali che ancora oggi dividono il Paese, come quelli relativi alla loro infrastrutturazione.