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19 Maggio, 2024

Nuove tecnologie e occupazione: rischi e opportunità per i lavoratori campani



L’evoluzione tecnologica e, più in particolare, la rapida ascesa dell’intelligenza artificiale (IA), stanno trasformando il panorama lavorativo globale, aprendo il dibattito riguardo ai rischi occupazionali che potrebbero interessare molti Paesi da qui a qualche anno. Un recente rapporto di Confartigianato ha evidenziato, per esempio, che in Campania più di un lavoratore su quattro potrebbe trovarsi escluso dal ciclo produttivo a causa di questi cambiamenti. Ma sarà davvero così o ci saranno al tempo stesso nuove interessanti opportunità per tutti?

Nuove tecnologie e occupazione: rischi e opportunità per i lavoratori campani

L’intelligenza artificiale è ormai una delle tecnologie più utilizzate in molti ambiti: la sua capacità di replicare le attività umane, imparando dall’esperienza e migliorando di volta in volta i risultati, rappresenta infatti una novità assoluta che permette di sfruttare le macchine in maniera differente rispetto al passato.

Questi sistemi trovano ormai spazio un po’ in tutti i settori, dal manifatturiero, dove l’IA viene usata per svolgere compiti ripetitivi in modo più veloce rispetto a quanto possa fare l’uomo, fino ai lavori intellettuali e tecnici. Pensiamo, per esempio, a quanto le soluzioni di machine learning siano diventate centrali nel campo dell’intrattenimento digitale, con i casino e le poker room online che ne fanno ampio utilizzo per migliorare l’esperienza complessiva degli utenti gestendo in modo più efficiente le meccaniche di gioco, personalizzando i passatempi in base alle preferenze e alle esigenze dei singoli giocatori e offrendo maggiori livelli di sicurezza in fase di pagamento. In questo senso, l’IA è sempre più di supporto al lavoro di sviluppatori ed esperti di marketing, che riescono a ottenere performance migliori con l’aiuto della tecnologia.

Dalla comunicazione all’amministrazione: i profili professionali più a rischio

Secondo il rapporto pubblicato da Confartigianato, il crescente utilizzo dell’IA potrebbe tuttavia avere un impatto negativo su diverse posizioni lavorative. In particolare, i professionisti con profili più qualificati e fondati su competenze di natura intellettuale sono quelli maggiormente esposti a questo rischio, dal momento che proprio l’intelligenza artificiale sembrerebbe in grado di poter sostituire quelle competenze in maniera molto efficace.

Tra le figure maggiormente a rischio, troviamo per esempio tecnici dell’informazione, dirigenti in campo amministrativo e commerciale, specialisti in ambito scientifico e ingegneristico e dirigenti della P.A. Mentre le attività manuali non standardizzate, difficilmente riproducibili tramite sistemi tecnologici, sembrano presentare un rischio inferiore.

Diffusione dell’IA e lavoratori coinvolti

Stando ai dati pubblicati, l’espansione dell’IA sembra minacciare il 25,4% dei lavoratori in ingresso nelle imprese nel 2022, pari a 1,3 milioni di persone, per un impatto che appare evidente anche nelle piccole imprese, con una percentuale del 22,2%, corrispondente a 729mila persone.

Dal punto di vista geografico, le regioni più industrializzate e professionalizzate, principalmente nel Centro-Nord, mostrano la percentuale più elevata di lavoratori potenzialmente in bilico, ma anche la nostra area non sembra esente da rischi. Lombardia, Lazio, Piemonte, Valle d’Aosta, Campania, Emilia Romagna e Liguria risultano infatti particolarmente esposte alla possibilità di veder calare i livelli occupazionali a seguito dell’introduzione dell’IA nelle aziende.

È la stessa Confartigianato, tuttavia, a suggerire che l’IA può rappresentare non solo un rischio ma anche un’opportunità. Molte imprese stanno infatti adottando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per ottimizzare le attività produttive, trasformando questa tecnologia da minaccia a strumento di miglioramento.

Affinché le opportunità superino i rischi, è però necessario imparare a gestire saggiamente le nuove tecnologie, come sottolinea lo stesso presidente di Confartigianato, Marco Granelli. L’IA dovrebbe infatti essere considerata uno strumento da governare con intelligenza artigiana, in grado di esaltare la creatività e le competenze uniche degli imprenditori italiani, fornendo al tempo stesso soluzioni rapide a problemi di varia natura.

L’IA, dunque, non dovrebbe essere temuta ma guidata per enfatizzare la qualità e l’unicità del “made in Italy”, trasformandosi da minaccia a elemento di supporto fondamentale per tutte le realtà economiche e per tutte le figure professionali. Poter contare su strumenti così avanzati per analizzare dati, fare previsioni e pianificare attività essenziali significa, infatti, riuscire a creare un importante vantaggio competitivo che, con la creatività e le abilità umane, può risultare decisivo sul mercato.



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