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18 Aprile, 2024

L’emergenza coronavirus e il saccheggio di un Sud senza rappresentanza



Oramai è un vero è proprio sfondamento. L’uso politico dell’emergenza coronavirus sta giustificando gli ennesimi ed innumerevoli saccheggi perpetrati ai danni del Sud: dal taglio dei finanziamenti per le zone rosse, alla sospensione, di fatto, della legge del 34% degli investimenti al Mezzogiorno, dalle ripartenze differenziate delle Regioni meridionali fortemente ostacolate da quelle settentrionali, al drenaggio dei fondi strutturali europei da Sud a Nord, dalla redistribuzione iniqua dei fondi del Decreto liquidità a quella altrettanto sperequata del Decreto Crescita Italia.

Insomma, piuttosto che fungere da occasione per iniziare a riequilibrare le due Italie, la crisi da Covid-19 viene utilizzata per perseguire l’obiettivo opposto: acuire ulteriormente il dualismo economico, sociale e civile tra un Nord considerato la “locomotiva” del Paese ed un Sud ridotto definitivamente a “colonia estrattiva interna”.

Visto da Sud, il Governo del “cambiamento” Conte bis è una delle tante altre ‘maschere’ indossate dal cangiante Partito trasversale del Nord. Cambiano gli interpreti, ma il copione è sempre lo stesso: drenare quante più risorse è possibile verso un Nord sempre più vampiresco, sottraendole ad un Sud oramai esangue e privo di un’adeguata rappresentanza politico-istituzionale.



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