Il professore Giuliano Laccetti, ordinario di Informatica presso la “Federico II” di Napoli, è stato uno dei maggiori esponenti della mobilitazione contro la “secessione dei ricchi” promossa dalle Regioni Veneto e Lombardia, a guida leghista, e dalla Regione Emilia-Romagna, a guida dem, negli anni a cavallo tra i Governi Gentiloni, Conte I e Conte bis.
Ancora oggi, Laccetti, che ricopre l’incarico di responsabile dei temi Università, Scuola, Cultura per la Segreteria regionale di Articolo UNO Mdp Campania, non fa venire meno il suo impegno politico-civile in favore dell’unificazione delle “due Italie”, denunciando sia i limiti dei meccanismi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, meccanismi, sottolinea Laccetti, del tutto sbilanciati in favore della “locomotiva” Nord, sia il tentativo operato dal Governo Draghi di rilanciare la “secessione dei ricchi” a tutto discapito non solo delle regioni meridionali, ma anche della tenuta unitaria dell’intero sistema Paese.
In questa sua battaglia in favore dell’uguaglianza sostanziale e dell’equità sociale e territoriale portata avanti nel campo delle sinistre progressiste, Laccetti non ha mai lesinato ed ancora oggi non lesina critiche ai suoi stessi “compagni” di viaggio.
Infatti, in un suo articolo, Il Pnrr, il Mezzogiorno e il dibattito sulla scuola nelle Agorà democratiche, pubblicato di recente sul magazine di Articolo UNO, l’accademico federiciano denuncia: “Io credo che compito nostro sia finalmente di farla finita, mediante dichiarazioni e prese di posizione, e conseguenti azioni, precise, significative, pubbliche e spettacolari, in Parlamento, al Governo, nel Paese, con il regionalismo differenziato, la cosiddetta secessione dei ricchi, idea che, sia pure con qualche distinguo minore, alberga in molte organizzazioni politiche di sinistra, in molte organizzazioni sindacali, in molti dirigenti di quelle organizzazioni in tutto il Nord, anche ad esempio di Articolo Uno, non solo del Pd, che pure porta, però, per essere la maggiore forza dello schieramento progressista, il peso e responsabilità maggiore di queste ‘oscene’ posizioni”.