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3 Maggio, 2024

Il Sud tra false promesse, vuoti di rappresentanza, voragini di memoria e nascenti organizzazioni a favore del suo riscatto



Nonostante le tante promesse di riequilibrio e perequazione fatte dal cosiddetto Governo del cambiamento in favore del Mezzogiorno, anche per il 2020, invece, come certificato dalla Corte dei Conti, continua la sistematica ed indebita opera di spoliazione delle risorse pubbliche che spetterebbero di diritto ai 21 milioni di cittadini del Sud Italia: il 34% del totale della spesa pubblica allargata a fronte, invece, di una media annua di risorse effettivamente erogate del 28%. Il che vuol dire, il 6% dei finanziamenti in meno, ossia, circa 60 miliardi di euro drenati ogni anno da Sud a Nord.

Ma si sa, tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Fuori metafora, da Conte a Gualtieri, da Boccia a Provenzano, passando per De Micheli, Speranza e Manfredi, non c’è giorno in cui un esponente di Governo non parli della necessità di mettere il Mezzogiorno al centro dell’agenda politica nazionale. Nel frattempo, però, ogni giorno, con precisione svizzera degna di miglior causa, ben 170 milioni di euro al giorno vengono scippati ai poveri, ossia al Sud, per essere dati ai ricchi, vale a dire al Nord. Il tutto, grazie, soprattutto, al “piede di porco” della spesa storica.

Inoltre, tranne rarissime e lucidissime voci interne, per lo più meridionali, che, purtroppo, nonostante le loro analisi documentate ed i loro manifesti pubblici, sembra proprio che predichino nel deserto, nel deserto delle loro organizzazioni, lo “scippo di Stato” e le politiche sperequative perpetrate da decenni ai danni di un Sud sempre più ridotto a conclamata “colonia estrattiva interna” non vengono denunciate neanche dai vertici nazionali delle forze della sinistra radicale, che, quando va bene, si limitano a pubblicare qualche post sulle loro pagine social, ma non fanno della “nuova questione meridionale” un tema portante delle loro mobilitazioni politiche – manifestazioni, cortei, sit in, flash mob, etc. –, neanche in occasione delle varie tornate elettorali. Anzi, fanno l’esatto opposto, tacciano, ma chi tace acconsente?

Una rispolveratina, non dico agli Scritti sulla questione meridionale di Gaetano Salvemini, ma ai Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci ed alla rivista Cronache meridionali sembrerebbe essere per loro proprio d’obbligo. La tesi fondo del meridionalismo di orientamento socialista e comunista? La questione meridionale come questione sociale di valenza nazionale sia per quanto riguarda la sua genesi sia per quanto concerne le sue conseguenze e le sue soluzioni.

È in questo contesto caratterizzato dalla retorica propagandistica delle false promesse, dai conclamati vuoti di rappresentanza politica e delle assordanti e del tutto ingiustificate, ma anche estremamente significative voragini di memoria che l’anno scorso è stato fondato il Movimento 24 agosto per l’Equità Territoriale, che, richiamandosi ai valori fondamentali della Costituzione repubblicana e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, pone al centro della sua azione politica l’equità sociale e territoriale, quale compito fondamentale dello Stato per la promozione effettiva dell’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini.

30/07/2020 – Salvatore Lucchese



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