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21 Maggio, 2024

Governo Meloni, autonomia e stipendi differenziati al Nord e siti di stoccaggio nucleare al Centro-Sud



Mano a mano che si dispiega l’azione del governo “fascio-leghista” capeggiato da Giorgia Meloni da Roma, risulta essere sempre più chiaro il ruolo di colonia interna che esso riserva al Sud.

In cambio del Ponte sullo Stretto di Messina e della ZES unica per tutti al Sud, utili soprattutto ai “predatori” e ai “prenditori” locali e nazionali; in cambio di un modello di crescita che fa leva soltanto su turismo, cultura e produzione di energia, un modello del tutto insufficiente rispetto all’esigenza di creare nel Mezzogiorno 3milioni di posti di lavoro, il governo dei “fratelli” e dei “fratellastri” d’Italia persegue tenacemente e compattamente, al netto di qualche sporadico mal di pancia al suo interno, il drenaggio del grosso dei fondi del Pnrr e, soprattutto, l’attuazione dell’autonomia differenziata e delle gabbie stipendiali a favore di un sempre più miope ed onnivoro sistema-Nord, che, evidentemente, intende affrontare i mari procellosi delle policrisi con la solita ricetta neo-liberista dello “sgocciolamento”.

E tra ciò che intende fare “sgocciolare” al Sud, non vi sono soltanto risorse finanziarie utili soltanto a mantenere buone le classi dominanti estrattive locali, il classico osso da dare ai cani, ma anche decine di siti di stoccaggio di materiale radioattivo: 4 regioni su 6 sono meridionali, Sardegna (8 siti), Basilicata e Puglia (15 siti), Sicilia 2 siti), una è dell’Italia centrale, Lazio (21 siti), e l’altra settentrionale, Piemonte (5 siti). In questa partita, Centro-Sud batte Nord 46-5. Peccato che chi vince perde. E perde in termini di sicurezza ambientale.



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