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7 Maggio, 2024

Comitati NoAd: “Gli studenti continuino a mobilitarsi uniti contro la secessione dei ricchi. No ad un futuro differenziato! Sì all’uguaglianza dei diritti”



Carissimi studenti e carissime studentesse,
le grandi mobilitazioni di questa convulsa fase storica del paese e del mondo vi hanno visto
nuovamente e coraggiosamente protagonisti; i tentativi di repressione non vi hanno impedito di riempire le piazze per denunciare il disumano eccidio del popolo palestinese; di denunciare la produzione e l’invio di armi con l’impiego di risorse pubbliche che potrebbero risolvere gli annosi problemi delle nostre scuole e università fatiscenti e garantire quel welfare studentesco che in Italia continua ad essere un miraggio; di contestare le narrazioni a senso unico della drammatica situazione internazionale, che rivelano la crisi profonda della democrazia, svuotata della sua costitutiva essenza: la libertà di esprimere il proprio dissenso e, soprattutto, la facoltà di tradurlo in effettivo potere di rimodulazione dei valori e degli orientamenti politico-sociali.
In molte città avete partecipato alle iniziative che abbiamo organizzato contro la minacciata
disintegrazione materiale, istituzionale, politica e culturale del paese, quella “autonomia
differenziata” che persegue l’obiettivo, ormai sfrontatamente dichiarato, di cancellare definitivamente la Costituzione e ridurre l’Italia ad una ventina di microfeudi in selvaggia competizione per l’accaparramento delle risorse. I presidenti delle regioni che avanzano la richiesta di liberare i loro territori dai “lacci e lacciuoli” imposti dall’unità della Repubblica vantano quello stesso presunto “merito” che ha già fortemente compromesso la funzione perequativa ed emancipante della Scuola pubblica.
Assegnate a volubili governatori plenipotenziari, le singole regioni – da cui dipenderebbero anche la nomina dei dirigenti scolastici, il reclutamento e la formazione dei docenti, con il conseguente azzeramento della libertà di insegnamento e del residuale pluralismo metodologico e ideologico, in una totale subalternità all’imprenditoria territoriale e ai privati, come già disposto dall’ultima riforma degli ITS – emanerebbero leggi differenti in tutti i settori cruciali per l’esercizio e il godimento dei diritti di cittadinanza, ottenendo finanziamenti calibrati sul gettito fiscale e, dunque, sulla residenza.
Un meccanismo perverso, che verrebbe istituzionalizzato e reso irreversibile. Tale “deforma” dell’assetto istituzionale e dell’universalità dei diritti ha oggi più che mai bisogno della vostra voce contraria, dei vostri corpi, della vostra fantasia e della vostra intelligenza. Il ddl Calderoli, che dà l’avvio alle intese che ciascuna regione potrà pattuire con il governo, avocando a sé la gestione completa di un numero impressionante di materie che incidono direttamente sulla nostra vita quotidiana (oltre all’istruzione, l’ambiente, le infrastrutture, la sanità, il governo del territorio, la ricerca scientifica, i beni culturali, la sicurezza sul lavoro… e il catalogo delle materie trasferibili alla gestione autocratica delle regioni ne elenca ben 23) sta per essere approvato definitivamente. Esso, trasformando in nuovo assetto istituzionale le aberranti pretese separatiste di Umberto Bossi e Gianfranco Miglio, necessita di una resistenza culturale, politica ed etica viva e decisa a non lasciarsi
silenziare dalla censura, né spegnere dalla rassegnazione. Di una risposta ferma e inequivocabile da parte di chi un futuro “differenziato” – sulla base della costruzione di muri, barriere e steccati – non lo vuole e nemmeno lo concepisce. Della rivendicazione del diritto ad una diversità da intendersi come ricchezza di storie convergenti, in una cornice di riconosciuta uguaglianza, non come pretestuoso motivo di discriminazione e inferiorizzazione.

Mentre l’Europa tutta appare sconvolta da una sorta di nuova “strategia della tensione”; mentre alcuni capi di governo parlano espressamente e spudoratamente di guerra come di un’ineluttabile e dirimente necessità; mentre si moltiplicano segnali e messaggi di “naturalizzazione” ed esaltazione del conflitto armato, specie nelle scuole, dove, accanto all’inasprimento delle punizioni per la divulgazione di pensieri divergenti da quello dominante, si registra una martellante propaganda bellicistica surrettiziamente veicolata, insieme ad un allarmante aumento di attività “formative” che prevedono collaborazioni con corpi militari, prevalentemente sfruttando l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro,
l’Italia è presa nella morsa di due eversive riforme, solo apparentemente contrapposte: l’autonomia differenziata e il premierato “forte”, cioè l’elezione diretta del Presidente del Consiglio. Si tratta, in realtà, su scala differente, della stessa involutiva follia, ispirata allo stesso modello autocratico e liberticida, su cui le forze attualmente al governo hanno sciaguratamente incardinato la tenuta dell’Esecutivo, nella forma di un “do ut des” esiziale per la dialettica democratica. Nell’imminenza della discussione alla Camera – prevista per il prossimo 29 Aprile! – del disegno di Legge Calderoli, già approvato in Senato il 23 Gennaio scorso, che segnerebbe, con la “secessione dei ricchi”, il punto di non ritorno dalla frammentazione del paese, nonché dalla dissoluzione di quei legami di solidarietà fiscale e umana saggiamente e giustamente prescritti dalla Costituzione antifascista, vi rivolgiamo dunque l’invito a restare uniti nella lotta e a programmare congiuntamente le azioni di protesta da porre in atto, rinsaldando le nostre alleanze e le nostre strutture. Auspichiamo che il movimento interregionale di studenti e studentesse che si oppongono all’autonomia differenziata, che di fatto esiste e che ha colorato e invaso le strade di speranza e alternativa, si consolidi e si configuri quanto prima come un soggetto politico capace di rispondere, a chi pianifica un futuro differenziato per i giovani e le giovani d’Italia, con una piattaforma di rivendicazioni paritarie condivisa da chi studia al Nord, al Centro e al Sud dello stivale.
Perché non ci siano più periferie da “riscattare”. Perché non ci siano più destini imposti nella culla. Perché non ci siano più valigie da riempire di titoli valorizzati solo all’estero e di struggenti ricordi di un paese che ha tutto per essere prospero e attrattivo per la gioventù, ma che rischia di finire preda di avventurieri politici che, al contrario delle donne e degli uomini che hanno redatto la Costituzione, hanno la vista corta e il loro orticello per orizzonte.
Grazie, ragazzi/e!
Tavolo Nazionale NO Autonomia Differenziata
Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata,
l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica



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