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26 Aprile, 2024

Come il vincolo del 34% divenne “favola”: il 71% dei finanziamenti per i trasporti locali al Centro-Nord e soltanto il 29% al Sud



In Italia la suddivisione dei “pani” e dei “pesci” non viene fatta secondo i principi di uguaglianza, equità, solidarietà, coesione sociale e territoriale fissati dal dettato costituzionale, ma viene realizzata sulla base della lotta darwiniana per la sopravvivenza: il pesce grande mangia quello piccolo. E nel nostro caso, trattandosi di trasporti, i pesci veloci mangiano quelli lenti.

Chiamasi dialettica o interdipendenza negativa: l’effetto agglomerazione favorisce lo sviluppo del Centro-Nord, causando l’effetto desertificazione del Sud e, viceversa, l’effetto desertificazione del Mezzogiorno è la condizione per l’effetto agglomerazione dell’Italia centrale e settentrionale.

In altri termini, si tratta del meccanismo coloniale di estrazione delle risorse riesploso nel corso degli ultimi trent’anni, in corrispondenza con l’ascesa egemonica della questione settentrionale e la coeva rimozione prima e la cancellazione poi di quella meridionale.

Infatti, nonostante i continui richiami al rispetto del vincolo di destinazione del 34% della spesa pubblica allargata al Mezzogiorno, in cui risiedono 20 milioni di cittadini italiani(?), lo stesso viene sempre disatteso a vantaggio delle relativamente ricche regioni del Centro-Nord.

Come ha evidenziato Il Quotidiano del Sud del 18 gennaio 2020, la promessa del Governo Conte I di stanziare il 34% del Fondo Nazionale per il Trasporto Locale al Sud anche questa volta è rimasta lettera morta. Una “favola” da raccontare ai “bambini”, piuttosto che una storia realmente accaduta. Di fatto, in barba al vincolo, nel corso del 2019 il Fondo è stato così ripartito: il 71% al Centro-Nord e il 29% al Sud.

Inoltre, sempre lo stesso numero del Quotidiano del Sud ha denunciato di nuovo il tentativo delle FS di destinare l’11-16% degli investimenti complessivi, 56 miliardi, al Sud, anziché il 40%, e al Nord l’84-89%, invece del 60%.

Indubbiamente, sotto lo stesso cielo della Costituzione repubblicana, esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Come direbbe Villone, “L’Italia, divisa e diseguale”.

Un’ulteriore conferma del drammatico vuoto di rappresentanza politica delle legittime istanze dei cittadini del Sud, sistematicamente disattese, violate, dimezzate ed azzerate sulla base di motivazioni del tutto infondate e discriminatorie. Chi riempirà questo vuoto? Chi darà voce ai senza voce?

20/01/2020 – Salvatore Lucchese

 

 



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