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9 Maggio, 2024

Assemblea a Napoli: Alessandra Clemente, “Beni in comune è una mozione in difesa dei beni dei cittadini di Napoli”



“Beni in comune, presentazione della mozione in difesa dei beni dei cittadini di Napoli” è il titolo dell’assemblea prevista il 15 Giugno alle ore 17.00 presso l’Istituto Italiano degli Studi Filosofici di Napolie organizzata da “Demanio costituzionale”, il comitato di cittadini in difesa dei beni pubblici e culturali della città di Napoli.  

“Beni in comune, presentazione della mozione in difesa dei beni dei cittadini di Napoli ” che potrà essere firmata da chiunque voglia aderire all’azione contro ogni possibile privatizzazione e svendita degli immobili dei cittadini di Napoli.  

La mozione verrà poi consegnata al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ed al Ministro alla Cultura Dario Franceschini che sarà a Napoli dal 16 giugno.  

L’appuntamento sarà moderato da Alessandra ClementeConsigliera Comunale di Napoli e introdotto da Paolo Maddalena, già Vice Presidente della Corte Costituzionale ed Elena Cocciagiurista e segretaria provinciale di Rifondazione Comunista. Numerose le associazioni, gli intellettuali, operatori di diritto e cultura ed i comitati che in queste ore stanno aderendo al progetto. Le conclusioni saranno affidate alle parlamentari del Gruppo “ManifestA” Paola Nugnes e Doriana Sarli. Previsti, inoltre, i saluti del Presidente dell’Istituto Italiano per gli studi Filosofici Massimiliano Marotta.

 “Nell’ambito delle politiche sul ripianamento del debito del Comune di Napoli e di efficientamento del patrimonio pubblico partenopeo del cosiddetto “Patto per Napoli” – si legge nella mozione -, siglato il 29 marzo 2022 con il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Sindaco di Napoli ha sottoscritto la “Lettera d’intenti” con la società Invimit s.p.a, – senza alcuna presentazione del testo in Consiglio comunale e quindi senza una condivisione pubblica e una discussione democratica dei contenuti, ma ricevendo soltanto una mozione della sua maggioranza ad oggetto un mandato di fatto in “bianco”, poiché senza conoscere il testo della stessa – per un “Piano di valorizzazione ed efficientamento del patrimonio”, che prevede il conferimento di unità immobiliari ad un fondo d’investimento. 

Tra di essi compaiono, dagli atti presentati al Consiglio comunale, la Galleria Principe di Napoli, il Palazzo Cavalcanti a via Toledo, la ex Villa Cava a Marechiaro, il Complesso del Carminiello al Mercato e altri rilevanti beni.  

Secondo il Piano della Cultura 2022-2026, inoltre, l’amministrazione comunale intende attuare la “valorizzazione del patrimonio culturale” cedendo la gestione e la valorizzazione dei monumenti principali della città ad una “Fondazione”, cioè ad un soggetto di diritto privato. In altri comuni italiani nei quali questa operazione è stata già attuata, come Venezia, Torino, Bergamo, Ravenna, sono state riscontrate numerose criticità, tra cui l’aumento indiscriminato dei biglietti di ingresso e la precarizzazione dei lavoratori. Secondo ‘Demanio costituzionale’: “Il patrimonio è del popolo ed è inaccettabile subordinare a leggi di mercato, aprendo la porta al rischio di speculazioni e precarietà, quartieri e luoghi di vita dei napoletani, che rappresentano la storia identitaria ed il valore immateriale e materiale della città. Attribuire a Fondi di Investimento come Invimit o a Fondazioni culturali i nostri beni, vuol dire rendere proprietari questi enti e non più i napoletani. 

Demanio costituzionale, pertanto, intraprenderà tutte le azioni possibili per fermare questo pericolo, anche sul piano parlamentare. Si ritiene necessario, infatti, non consentire alcun tipo di impoverimento del patrimonio pubblico di cui oggi siamo proprietari e detentori, per noi stessi ma soprattutto per le future generazioni. Dalla proprietà diretta dei beni, per il tramite della proprietà del Comune di Napoli, con il conferimento, tanto a fondi di investimento quanto a fondazioni, i napoletani divengono proprietari di quote, perdendo per il futuro la governance democratica dei processi di scelta sui beni, che sono incardinati oggi nel massimo organo di controllo ed indirizzo democratico della città, ovvero il Consiglio Comunale. Un domani, invece, potrebbero essere in chissà quale CDA di Fondazione o Fondo di investimento lontano da Napoli, dal popolo, dalla partecipazione ed il controllo democratico”.



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