19.5 C
Napoli
5 Maggio, 2024

Articolo UNO “e-Laborazione”: “Sud e regionalismo ai tempi del Covid-19”. Sarà presente Provenzano. Un’occasione preziosa per discutere di scippi al Sud



Gli effetti collaterali causati dalla pandemia da Covid-19 faranno sì che l’Italia tenterà di uscire dalla crisi finanziaria, economica e sociale in modo coeso, solidale ed unitario, come spesso si ripete in queste settimane con una certa enfasi retorica? Oppure, prevarranno le spinte centrifughe che, da circa un tentennio, caratterizzano la storia del nostro Paese?

Stando alle prime valutazioni di alcuni eminenti osservatori e studiosi, il giornalista Marco Esposito (Il Mattino, 19 aprile), il costituzionalista Massimo Villone (la Repubblica Napoli, 8 maggio 2020) e l’economista Pietro Busetta (Il Quotidiano del Sud, 15 maggio 2020), nonché sulla base delle dettagliate ed ampiamente documentate osservazioni critiche mosse al Governo da Rifondazione comunista, dal Partito del Sud, dal Movimento 24 Agosto, dal Coordinamento regionale Sinistra Italiana Campania e dal movimento meridionalista Il Sud Conta, e, soprattutto, documenti alla mano, DIPE, DEF 2020 e Decreto Crescita Italia, sembra proprio che le spinte centrifughe, se non disgregatrici, stiano prendendo il sopravvento su quelle centripete. E, come al solito, a pagarne il prezzo più alto saranno le regioni meridionali, che saranno sottoposte ad un ulteriore travaso di risorse finanziarie in ossequio al dogma etno-liberista della “locomotiva”: sempre più risorse al “virtuoso” ed “efficace” Nord e sempre meno risorse al “corrotto”, “incivile” e “parassitario” Sud.

Questa è la cosiddetta ‘narrazione’ dominante funzionale agli interessi di un vasto, variegato, diffuso e capillare sistema di potere che da decenni ha imposto l’egemonia della “questione settentrionale” che si voleva istituzionalizzare tramite il regionalismo differenziato.

Ad un passo dalla sua attuazione promossa, trasversalmente, a mo’ di staffetta, dal magnifico trio ‘nazionale’, Lega, Forza Italia, PD, lo scoppio della pandemia ha temporaneamente bloccato il “colpo di Stato dei ricchi”.

Anzi, più che bloccato, ne ha determinato un cambiamento delle forme e delle modalità attraverso le quali il sistema Nord intende perseguire il suo obiettivo strategico di fondo: la sottrazione bulimica e vampiresca di risorse finanziarie, economiche ed umane ad un Sud sempre più ridotto alla sua funzione di “colonia estrattiva interna”.

È questo il contesto in cui si colloca l’incontro-dibattito “Sud e regionalismo ai tempi del Covid-19”, promosso dall’associazione e-Laborazione.

All’evento, che sarà trasmesso in diretta facebook condivisibile sui profili dei due conduttori, Dino Falconio e Alessandro Zampella, in qualità di relatori, parteciperanno: Giuliano Laccetti, docente della “Federico II” di Napoli, Gianfranco Viesti, docente dell’Università “Aldo Moro” di Bari, Guglielmo Epifani, deputato LeU, e Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud e la Coesione territoriale.

Si tratta di relatori di grande spessore scientifico, politico e culturale, che sono stati tra i maggiori protagonisti della mobilitazione contro quella che lo stesso Viesti, in un suo fortunatissimo e citatissimo libro, ha definito la “secessione dei ricchi”.

Infatti, oltre al già citato Viesti, bisogna ricordare che durante la mobilitazione civile dell’anno scorso contro la “secessione dei ricchi” Laccetti fu tra i promotori di un importante convegno di studi dedicato al regionalismo differenziato, a cui, tra gli altri, insieme a Marco Esposito del Mattino, a Luca Bianchi della SVIMEZ ed a Massimo Villone della “Federico II”, partecipò anche Guglielmo Epifani, che, proprio in quell’occasione, ribadì l’importanza di rilanciare la centralità della questione meridionale dopo decenni di rimozione che avevano condannato il Sud alla sua desertificazione demografica ed industriale.

Inoltre, sempre lo stesso Laccetti non solo è stato uno dei principali promotori della nascita dei comitati di scopo a livello locale e nazionale “per il ritiro di qualunque autonomia differenziata”, ma è stato anche tra coloro che per primi hanno promosso forme di mobilitazione civile più estese e di piazza contro il suddetto “disegno eversivo”.

Infine, il Ministro per il Sud Provenzano è anche il vicedirettore della SVIMEZ, che è stata uno dei ‘fari’ di riferimento della mobilitazione civile contro il regionalismo differenziato.

Dunque, dato l’alto profilo dei relatori, sicuramente si assisterà ad un confronto di grande spessore, che non mancherà di dare una risposta a quelle che, date le attuali criticità rilevate dal dibattito pubblico, possono essere considerate alcune delle domande fondamentali da porre al Ministro Provenzano: 1. Come conciliare le rassicurazioni sulla salvaguardia della clausola del 34% con la mancata specificazione nel DEF sia delle programmazioni di spesa che delle Amministrazioni proponenti? 2. Come conciliare le rassicurazioni sul fatto che i fondi strutturali rimarranno al Sud con l’applicazione nel Decreto Crescita Italia del regolamento europeo sui fondi strutturali del 24 aprile 2020, che ne prevede un uso flessibile a “carattere nazionale, regionale e locale per fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia da Covid-19”? 3. In altri termini, data lo sospensione di fatto della legge sul 34% e la possibilità di rivedere a favore del Nord l’attuale quota di ripartizione dei fondi europei, sulla base di quali concreti elementi normativi presenti nel DEF e nel Decreto maggio sarebbe del tutto infondata la tesi di ulteriori scippo in atto ai danni del Sud?

Domande fondamentali a cui occorrerà dare delle risposte chiare, precise, rigorose e definitive. La posta in gioco è altissima: la possibilità di potere riunificare le due Italie o sancirne la definitiva frattura e, questa volta, non solo dal punto di vista sociale ed economico.

18/05/2020 – Salvatore Lucchese

 



Potrebbe interessarti anche

Ultimi Articoli