17.6 C
Napoli
19 Maggio, 2024

Totò: l’araba fenice risorta dalle sue stesse ceneri. Omaggio a Berlusconi



“Con la sua scomparsa, l’Italia perde un grande politico e un grande imprenditore che ha creato migliaia di posti di lavoro, un uomo che ha fatto la storia, sempre pronto al confronto politico. È stato premier negli anni in cui ero Presidente della Regione e non ha mai fatto venire meno il suo supporto e la sua vicinanza alla Sicilia. Più volte abbiamo interloquito, supportando fattivamente le attività che il mio governo portava avanti per il bene dei siciliani. Oggi anche la Sicilia è a lutto. Alla famiglia, agli amici e a tutta Forza
Italia va un sentito abbraccio da parte di tutta la Dc”, Che cosa si può dire di chi per espressione “animica” e sentimento universale dedica la propria vita al prossimo? Il dire talvolta è una esigenza smaniosa dell’essere umano, bisogna osservare e dialogare con
coloro i quali non si sono tirati indietro alle sfide della vita, alle incombenze che hanno indossato come un abito stretto che per forza di causa hanno dovuto accettare.

Questa è la descrizione di Totò, ( Cuffaro) , l’amico di tutti, e nemico? I nemici fanno parte della galassia “inter-mittente” del percorso terreno, chi non ha un nemico anche per una sola ora? Sicuramente nascere in Sicilia giova da un lato, ma dall’altro bisogna fare i conti con una terra difficile, quasi sempre in quello stato embrionale, che spesso, nelle sue continue metamorfosi, tarda a spiccare il volo. Totò Cuffaro voleva e vuole fare della splendida isola il gioiello sacro non solo del mediterraneo ma anche del mondo, soprattutto accorciare quella distanza che per qualche chilometro ci divide dalla terra peninsulare, il
progetto del ponte sullo stretto che renderebbe raggiungibile in minor tempo le città della Trinacria a quelle del resto di Italia. Essere vicini alle esigenze degli ultimi, vicino a chi vuole vedere il frutto delle proprie idee, sicuramente, adesso più che mai , si esige un lavoro non solo impegnativo ma soprattutto devozionale, chi non è “vocato” al sacerdozio sociale non può sicuramente entrare nella dimensione della ciclica e trasformativa ruota della storia. Vogliamo chiedere qualcosa a Cuffaro, ma nel suo animo parola e azione collimano, non c’è quella dialettica fredda e perentoria che si impone come imperativo, lui è l’uomo del dialogo, e bene si anche “u zu vasa vasa”, se per taluni è un difetto, per coloro che hanno un patrimonio ematico siciliano non si esime dall’esprimere il proprio gaudio verso la vita che è costituita da persone.

Dopo il lapsus, di cui si continua a parlare, che quasi tutti conoscono, che riguarda la frase di Marter Luther King, “I have a dream”, Cuffarò si è espresso con “I am a drink”, diventato virale, che potrebbe dare l’impressione di uno slogan, chissà se forse non lo sia già diventato. Io sono una bibita, potrebbe leggersi emblematicamente, ovvero: Io ho la possibilità di essere qualcosa da gustare, che disseta chi , anelante, cerca una sorgente di acqua. Se i Lapsus rivelano, probabilmente questo episodio è traducibile come l’offrirsi
al prossimo.

Un verso biblico esorta i lapidatori a guardarsi dentro, infatti: chi di voi non ha peccato scagli la pietra, a volte ci si erge come giudici, inquisitori, senza guardare alle innumerevoli possibilità del cambiamento.

Errori, difetti sono l’antitesi dei pregi che l’uomo possiede, ed è proprio dalle esperienze forti che si deve acquisire quel modello versatile di decostruzione e ricostruzione. E’ proprio dal buio che si identifica la luce, dalle stesse ombre è possibile quella metamorfosi Kafkiana che da un giorno all’altro si esprime senza riserve. Orbene sì, una canzone del noto cantante Antoine diceva: Qualunque cosa fai , dovunque te ne vai, tu sempre pietre in faccia prenderai, cioè la critica è sempre dietro l’angolo, bisogna accoglierla, sorridere
e proseguire nel proprio cammino.



Potrebbe interessarti anche

Ultimi Articoli