L’uso politico dell’emergenza coronavirus mette non solo il Sud, ma la coesione sociale, territoriale e politica dell’intera Italia duramente sotto attacco.
In modo del tutto coerente con le politiche etno-liberiste dell’ultimo ventennio promosse dal Grande Partito trasversale Nord (Lega, FI e PD) ed incentrate sulla teorie della “locomotiva” Nord e della “palla al piede” Sud”, anche questa volta, come risposta alla “Grande depressione da Pandemia”, i poteri forti di questo Paese intendono affrontare la crisi economica concentrando tutte le risorse finanziarie sul “virtuoso”, “laborioso” ed “efficiente” Settentrione a discapito dell’“ozioso”, “parassita” e “criminale” Mezzogiorno.
Come hanno denunciato il Partito del Sud e Rifondazione comunista promotrici dell’iniziativa Sud-Lab: “Circola, in questi giorni, una bozza redatta dal Dipartimento per la programmazione economica ed il coordinamento della politica economica sui prossimi provvedimenti in materia di contrasto all’epidemia di Covid-19. Abbiamo preso visione di tale bozza e la giudichiamo lesiva del dettato costituzionale, soprattutto nella parte dove si ventila la sospensione della clausola relativa alla destinazione del 34% degli investimenti al Sud ed un diverso riparto delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione.”
Per fermare l’ennesimo tentativo di “scippo di Stato” perpetrato ai danni del Sud e dei suoi 21 milioni di cittadini, lo stesso Sud-Lab in collaborazione con Transform!Italia e Left hanno lanciato la raccolta firme per un appello pubblico già sottoscritto da numerosi esponenti del mondo della politica, della cultura e della società civile, che entro giugno si riuniranno in un’Assise meridionale per stendere una Carta dei diritti del Sud.
Di seguito il link per la sottoscrizione dell’appello:
04/05/2020 – Salvatore Lucchese