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3 Maggio, 2024

Si attacca Giannola per attaccare i diritti dei cittadini meridionali. Giovanardi, Fedro e la favola del lupo dell’agnello



Di recente, nel più ampio contesto del dibattito politico-culturale relativo alla ripartizione territoriale del Recovery Fund e della spesa ordinaria nazionale, il Presidente della Svimez, Adriano Giannola, è stato attaccato sulle pagine del Foglio (8 settembre, 2020) da Andrea Giovanardi, docente di Diritto tributario presso l’Università di Trento, con l’accusa di raccontare “favole” sull’iniqua distribuzione territoriale della spesa pubblicata allargata pro-capite: 60 miliardi di euro l’anno in meno ai cittadini del Sud e 60 miliardi di euro in più ai cittadini del Nord.

Favole”, che, a dire di Giovanardi, non solo “sono sbagliate, ma anche divise, bellicose e fatalmente generatrici di sconcerto e rabbia, qui sentimenti su cui si basa ogni fenomeno disgregativo delle comunità nazionali”.

Le tesi dell’accademico trentino sono state ampiamente confutate da Pietro Massimo Busetta (Il Quotidiano del Sud, 9 settembre 2020) e da Marco Esposito (Il Mattino, 10 settembre 2020), i quali, in sintesi, ne hanno evidenziato la fallacia a partire da un’iniziale errata e, pertanto, anticostituzionale impostazione  di fondo: “Negare che vi siano gli stessi diritti di cittadinanza ed affermare che ognuno debba gestire le risorse che produce” (Il Quotidiano del Sud, 9 settembre 2020). Ossia, la difesa a priori del federalismo estrattivo de facto, che attende soltanto di essere ratificato sul piano istituzionale tramite l’approvazione del regionalismo differenziato richiesto dal Veneto (Lega), dalla Lombardia (Lega) e dall’Emilia-Romagna (PD).

Data l’infondatezza dell’impostazione di Giovanardi, che, pur insegnando Diritto tributario, nel suo articolo si è guardato bene dal citare la Costituzione, se ne deduce la natura ideologica delle accuse da lui rivolte a Giannolla, fomentare un clima di odio, violenza e disgregazione, tramite le quali si intende screditare sia l’intero movimento meridionalista insorto contro il “colpo di Stato dei ricchi” sia disconoscere i diritti disattesi, azzerati e limitati dei 21 milioni di cittadini meridionali. Siamo al solito pregiudizio antimeridionale del Nord virtuoso e civile e del Sud incivile e violento.

Secondo la favola del mondo alla rovescia di Giovanardi, gli scippati sarebbero gli scippatori e gli scippatori sarebbero gli scippati. Coloro che, a Costituzione rovesciata, alimentano la disgregazione economica, sociale, politica, culturale e civile del Paese, le lobby, e non solo, del bulimico sistema Nord etno-liberista, ne sarebbero i difensori e chi, dati criticamente accertati alla mano, fa valere il diritto all’uguaglianza, all’equità sociale e territoriale sancito dalla Costituzione, fomenterebbe, invece, la disgregazione della comunità nazionale.

In fondo, come ci insegna Busetta, ci troviamo dinanzi al solito copione della favola di Fedro del lupo e dell’agnello: ogni pretesto è buono per sbranare i deboli. Ma giù al Sud, gli agnelli stanno diventando leoni.

11/09/2020 – Salvatore Lucchese

 



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