Sulla base dei dati riportati nell’ultimo Rapporto Svimez. 2023. L’economia e la società nel Mezzogiorno, nell’anno scolastico 2020-2021 nelle regioni meridionali soltanto 7 bambini su 100 della fascia di età compresa tra 0 e 3 anni hanno avuto la possibilità di accedere ai servizi per l’infanzia. Al Centro-Nord la percentuale sale e di molto, quasi 20 su 100 i bambini che hanno potuto usufruire degli asili nido.
Il gap Nord-Sud in ambito scolastico si allarga ulteriormente per quanto concerne il tempo pieno nella scuola primaria, che uno Stato patrigno e discriminatorio garantisce al Sud ad appena 20 bambini 100 e uno Stato, invece, democratico e civile garantisce al Centro-Nord a 50 bambini su 100.
Un Paese (fisico), due “popoli”, due Stati, due scuole. Il tutto, ovviamente, sulla base di politiche discriminatorie a livello territoriale ispirate ai più vetusti, ma ancora oggi attuali, pregiudizi antimeridionali. E se si dovesse giungere all’attuazione del regionalismo differeziato in salsa padano-etno-liberista, “giù” al Sud le cose potrebbero andare sempre peggio. La mensa è finita. Andate in pace!