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29 Aprile, 2024

Piano per il Sud in cambio del federalismo estrattivo? Il Sud stia attento ai compromessi al ribasso consumati sulla pelle dei suoi cittadini



Nel corso di questa settimana le “Sardine” hanno incontrato il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, e il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, per farsi “portavoce”, a loro dire, delle “istanze” provenienti dalle piazze meridionali.

Sulla base sia di quanto è emerso nel corso dell’ultimo anno dalla mobilitazione contro il regionalismo differenziato, sia di quanto evidenziato dalle recenti ricerche dell’ISTAT e di Eurispes si potrebbe immaginare che le “Sardine” non solo si siano fatte “portavoci” più o meno accreditate dalla loro basi delle “istanze” delle loro piazze, ma che abbiano anche fatto dei riferimenti espliciti al mancato rispetto del vincolo di spesa del 34%, allo scippo di Stato subito dal Sud di 840 miliardi di spesa pubblica, alla sua restituzione, alla desertificazione industriale ed allo spopolamento demografico del Mezzogiorno, nonché ai pericoli insiti nell’attuazione dell’autonomia regionale differenziato, in primis, l’inutilità di un disegno legge, quello Boccia, che, come un travicello in balia di un ciclone, sarebbe spazzato via da una legge rafforzata frutto di un’eventuale Intesa Stato-Regione sulla stessa autonomia.

Ebbene, sembra che non una sola parola sia stata spesa su questi aspetti così cruciali per l’unificazione delle “due Italie”.

Sembra, invece, che gli incontri tra i ministri e gli “esponenti” della società civile abbiano dato nuova linfa ad un’azione di Governo che mirerebbe ad un compromesso al ribasso per i diritti dei 21 milioni di cittadini che risiedono giù al Sud: l’approvazione del regionalismo differenziato, ossia del federalismo estrattivo funzionale al disegno della costruzione di un “grande Nord”, in cambio di un Piano per il Sud di appena 100 miliardi di euro in dieci anni.

L’istituzionalizzazione del Sud come “colonia estrattiva interna” in cambio della promessa della restituzione del 12% di quanto il Mezzogiorno dovrebbe ricevere come restituzione degli 840 miliardi indebitamente sottrattogli nel corso degli ultimi diciassette anni.

L’istituzionalizzazione ad uso e consumo della “locomotiva Nord” dello “scippo di Stato” in cambio di un Piano che potrebbe essere sospeso o abolito per i più svariati motivi da questo Governo o da un Governo successivo.

13/02/2020 – Salvatore Lucchese

 



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