L’iter di approvazione del ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, meglio conosciuto come Spacca-Italia, procede sostanzialmente a telecamere spente. Tranne pochi riflettori accessi, i media nazionali ne parlano poco o niente e quando lo fanno ne decantano propagandisticamente le lodi, come dimostra il caso del Presidente del Comitato per la definizione dei Lep, Sabino Cassese, che, in TV e sulla carta stampa, ne decanta le lodi virtuose anche per il Mezzogiorno, tacendo sugli scippi di Stato di cui esso è vittima da decenni a causa della ripartizione dei “pani” e dei “pesci” pubblici sulla base della leva di maiale della spesa storica, che, a Costituzione rovesciata, avvantaggia il Nord a discapito del Sud.
Cosa fare per rendere l’opinione pubblica consapevole di una riforma che sovvertirà i pilastri fondamentali della Repubblica italiana, rischiando di farla precipitare verso la balcanizzazione? Una possibile strada da intraprendere per coinvolgere i cittadini potrebbe essere quella indicata ieri sulle pagine di “Repubblica-Napoli” dall’instancabile costituzionalista emerito della “Federico II” Massimo Villone: promuovere da parte del Comune di Napoli e della Regione Campania forme di consultazione popolare, in modo tale da coinvolgere anche le altre città e le altre regioni meridionali, favorendo, così, una sempre maggiore presca di coscienza popolare sui presupposti e sulle conseguenze della “secessione dei ricchi”.