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11 Maggio, 2024

Marco Esposito: “Prometto, tolgo, offendo. Le tre mosse per fare del Sud una colonia. Meridionali incapaci di reagire”



Tra tagli prima ed azzeramenti poi del fondo di perequazione infrastrutturale, i soliti “scippi di Stato” della spesa pubblica complessiva pro-capite ordinaria, il sequestro del fondo di coesione e sviluppo, lo sgocciolamento del “liquido giallastro” dei fondi del Pnrr sufficiente a tenersi buone le classi estrattive locali ben disposte a farselo sgocciolare tra le loro avide mani, ed infine la ciliegina sulla torta del federalismo estrattivo e discriminatorio sotteso all’autonomia differenziata, il Governo nord-centrico presieduto dalla “patriota” Giorgia Meloni da Roma punta alla definitiva istituzionalizzazione della condizione subalterna del Sud come colonia estrattiva interna di un sistema-Nord sempre più famelico e vampiresco.

Alla base di tutto ciò c’è un processo dis-educativo di colonizzazione mentale, che verte sull’interiorizzazione della classica dicotomia Nord civile e virtuoso vs Sud incivile e dissoluto.

Di recente, sull’argomento del Sud come colonia è intervenuto il giornalista Marco Esposito, uno dei maggiori protagonisti della mobilitazione civile contro gli zeri al Sud e contro l’attuazione del regionalismo discriminatorio, che tende a legare il livello di fruizione dei diritti sulla base del CAP di residenza.

Il Sud – scrive Esposito sulla sua pagina Facebook personalenon può correre se non è messo alla pari, si dice. La Costituzione ha previsto dal 2001 specifici interventi di perequazione infrastrutturale, finanziati con forte ritardo solo nel 2022 con 4,6 miliardi peraltro diluiti fino al 2033”.

Quei soldi però – continua il valente giornalista – sono solo una promessa, uno stanziamento in attesa di attuazione. E così prima di essere spesi vengono subito tolti, con la legge di Bilancio 2024, che sottrae 281,1 milioni sui 300 stanziati per l’anno in corso; 264,2 sui 300 stanziati per il 2025; 300 su 300 sul 2026 e così a seguire cancellando di fatto la perequazione cioè il diritto ad avere scuole, trasporti, sanità, reti idriche eccetera in misura omogenea sul territorio”.

Prima si promette, – specifica Esposito – poi si toglie ma il lavoro lo si completa con l’offesa. Accusando con una inaccettabile generalizzazione i meridionali tutti di essere incapaci di progettare, realizzare, crescere”.

Ma – conclude – su una cosa hanno ragione: noi meridionali siamo incapaci di reagire. Ci trattano da colonia e continueranno a farlo finché ci lasceremo trattare così”.



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