Supportato dal costituzionalista Sabino Cassese nelle vesti di presidente del Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, il ministro per le Autonomie e gli Affari Regionali, il “lupo” leghista Roberto Calderoli, si traveste da “colomba” meridionalista, e indossando tale maschera va tubando a manco e a destra che l’autonomia differenziata garantirebbe l’unificazione sociale ed economica dell’Italia grazie alla determinazione dei Lep. In quest’operazione propagandista, il leghista Calderoli non solo si avvale della funzione da “ascaro” svolta dall’atripaldese Cassese, ma si giova anche della funzione altrettanto “ascara” di meridionalisti da “cortile“, che, urbi et orbi, dichiarano: “Anche noi siamo convinti che l’autonomia non spacchi il Paese ma voglia rinnovarlo, per risolvere le sperequazioni attuali. Con le giuste garanzie, è un’opportunità per il mezzogiorno e una sfida che le classi dirigenti del sud devono saper cogliere“.
Peccato che sia la “colomba” meridionalista Calderoli, sia l'”ascaro” Cassese, sia i merdionalisti da “cortile” abbiano dimenticato di proposito che, stando allo stesso ddl Calderoli, i Lep devono essere sì “determinati”, ma non anche finanziati. Non a caso, come recita l’art. 8 comma 1 del ddl sullo Spacca-Italia ai danni del Sud: “Dall’applicazione della presente legge e di ciascuna intesa non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica“.
In altri termini, la spesa storica, che ogni anno sottrae al Sud 60 miliardi di euro, cacciata dalla porta, rientra dalla finestra. Pertanto, l’unica opportunità che il regionalismo discriminatorio su base territoriale darà alle classi dirigenti meridionali sarà quella di certificare la definitiva istituzionalizzazione del Sud come colonia estrattiva interna di un sistema-Nord sempre più ipocrita, bulimico e predatorio.
