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2 Maggio, 2024

Le contraddizioni del modello etno-liberista: la locomotiva Nord è deragliata, ma continua ad essere foraggiata grazie ai nuovi scippi al Sud



La Grande Depressione Globale da Covid-19 sta acuendo tutte le contraddizioni latenti e no del nostro Paese: da quelle che intercorrono tra l’economia finanziaria e l’economia reale, a quelle tra centri e periferie, da quelle tra classi estrattive – le rapaci e parassitarie élites nazionali e locali burocratico-economico-politico-clientelari – e classi lavoratrici, da quelle che contrappongono l’imperante modello aziendalistico alla tutela dei beni pubblici e comuni, sino a giungere a quelle che riguardano la somma di tutte le ingiustizie italiane, lo storico e mai sanato divario territoriale tra il Nord e il Sud di un Paese sempre più spaccato in due, sempre più “diviso e diseguale”.

Alcuni esempi? Dei 400 miliardi di euro stanziati dal Decreto liquidità di aprile sono stati concessi soltanto 5.4 miliardi, ossia l’1,5% della somma totale. Ci si appresta a dare di più alle grande multinazionali, al capitalismo assistito, 6.3 miliardi all’ex Fiat, ora Gruppa FCA con sede legale in Olanda, e 2 miliardi al Gruppo Benetton, piuttosto che alle piccole e medie imprese radicate sui territori.

Si concentrano poteri, funzioni e risorse nelle mani di ristrette cerchie burocratico-clientelelari a livello nazionale e locale, sottraendole, di contro, alle istituzioni elettive e agli organi collegiali, come è accaduta nella scuola con l’introduzione della DaD, usata come grimaldello per scardinare il contratto nazionale del lavoro e portare a compimento l’aziendalizzazione della scuola incentrata sulla pedagogia del capo.

A livello territoriale, stando agli attuali criteri di ripartizione, in primis il “piede di porco” della spesa storica, dei 55 miliardi previsti dal Decreto rilancio, ben 42 miliardi, il 77% del totale, saranno destinati al Centro-Nord e soltanto 13 miliardi al Sud, vale a dire il 23% del totale a fronte del 34% della popolazione ivi residente. Ancora, al Nord sarà destinato il 50,7% dei prestiti garantiti anche se vi si concentra soltanto il 38% delle partite IVA e delle PMI, mentre al Sud arriveranno soltanto le briciole.

E infine, nonostante le rassicurazioni del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, gli ulteriori scippi di Stato dei fondi europei  e di quelli nazionali previsti dal Decreto Rilancia Italia e dal DEF 2020. Scippi ancora più gravi, in quanto perpetrati quando il Sud vede crollare il suo PIL del 18,6% rispetto al 2007.

Insomma, la crisi non come opportunità di cambiamento, di revisione radicale di un modello di sviluppo onnivoro, iniquo, discriminatorio ed estrattivo, bensì, di contro, come occasione per rafforzare il modello etno-liberista della locomotiva, che, in occasione dell’emergenza coronavirus, tanti danni ha provocato all’intero sistema Paese sia in termini di vite umane sia in termini economici.

29/05/2020 – Salvatore Lucchese



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