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Napoli
29 Aprile, 2024

L’attivista napoletano Bruno Martirani: “La partecipazione e la democrazia sono molto lontane dalla Sardine. Napoli non è Bologna, il Mezzogiorno non è l’Emilia. No al regionalismo differenziato! Sì alla restituzione degli 840 miliardi di euro scippati al Sud!”



L’attivista napoletano Bruno Martirani è stato cacciato dai gruppi social delle Sardine che lui stesso aveva contribuito a creare e ad amministrare. L’accusa rivoltagli da Santori ed amici? Essere troppo di sinistra e sfacciatamente meridionalista per avere dato voce a vertenze e ad organizzazioni locali locali – Whirlpool, APU, Disoccupati 7 novembre, Sardine Nere –, per avere criticato il regionalismo differenziato e per avere richiesto il risarcimento di 840 miliardi di euro di spesa pubblica indebitamente sottratti al Sud nel corso degli ultimi diciassette anni.

Ecco cosa ha dichiarato lo stesso Martirani sul suo profilo face personale:

Ieri sono arrivato a piazza Dante stanco e, devo dirvi la verità, un po’ amareggiato. Nelle ultime settimane ho lavorato tanto, come sempre, per invitare a partecipare alcune delle più importanti vertenze lavorative di Napoli (Whirlpool, APU, disoccupati 7 novembre, sardine nere), compagni e compagne che conosco da anni e che si fidano di me, per quello che ho sempre fatto in questa città, senza paura, freni o interessi personali. Appena arrivato ho cominciato ad annusare puzza di flop, in piazza c’era poco più di coloro che avevo personalmente invitato, niente di sorprendente dal mio punto di vista: avevo ripetutamente segnalato agli organizzatori che di martedì sera la partecipazione di coloro che lavorano sarebbe stata complicata, così come lo è quella di coloro che vivono in periferia, visto lo stato disastroso dei trasporti pubblici. Come se non bastasse, ci è stato subito “comunicato” che dal palco non avrebbe parlato nessuno di noi “sardine” napoletane (alla faccia della partecipazione!). Tutto in pochi minuti andava ancora nella terribile direzione che questo percorso, che tanto mi era sembrato interessante agli albori, ha espresso nelle ultime settimane: dalla foto con Benetton alle infelici affermazioni sull’Erasmus, passando per un incontro con il Ministro per il Sud di una auto-eletta delegazione a trazione bolognese. Quello che è successo dopo è molto diverso da quanto dichiarato da Santori ieri sera: nessuno ha occupato il palco, ma si sono susseguiti gli interventi come da scaletta. Anche io, ad un certo punto, sono personalmente intervenuto dicendo alcune cose sulle quali non credevo di poter glissare: l’assoluta vicinanze alle famiglie della tragedia del Ponte Morandi, il rifiuto di qualsiasi ambiguità sul tema del regionalismo. Dopo gli interventi previsti in scaletta, la maggior parte dei rappresentanti di queste vertenze è andato a casa: senza di loro la piazza era praticamente vuota, evidentemente Santori ha provato imbarazzo dinnanzi al flop e ha deciso di non salire sul palco, raccontando poi che “non era previsto il suo intervento e/o che gli era stato impedito di parlare. Arrivato a casa ho scoperto che i burattini napoletani di Santori e friends mi avevano cancellato dalle chat interne e dalla gestione della pagina e del gruppo facebook che, tra le varie cose, avevo creato personalmente.
In tutta onestà, sono contento così, perché il mio fegato ne aveva abbastanza. E’ importante, però, che tutti sappiano di fronte a cosa si trovano quando si parla di Sardine. La partecipazione e la democrazia sono molto lontane da questa storia. Napoli non è Bologna, il Mezzogiorno non è l’Emilia. Il cambiamento, a maggior ragione dalle nostre parti, non potrà di certo partire da qui.

Napoli non si Lega, ma non abbocca neanche alle esche di una falsa sinistra, che dietro la retorica dei principi astratti cela le sue dinamiche di potere clientelari e territoriali in barba ai diritti ed ai bisogni disattesi delle masse popolari e delle classi lavoratrici napoletane e meridionali.

19/02/2020 – Salvatore Lucchese



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