Uno studio condotto dalla University of chent in Belgio sostiene che chi consuma abitualmente pesce può arrivare a ingerire in un anno circa 11.000 particelle di materiale plastico causa l’inquinamento. Il Dr.Colin Jansen esprime le sue preoccupazioni in merito: ” Adesso che abbiamo capito che entrano nel nostro corpo e ci stanno un certo periodo di tempo dobbiamo capire qual è il destino di queste materie plastiche. Dove vanno? Vengono inglobate dai tessuti e dimenticate dal nostro corpo o causano infiammazione e altri problemi? Prodotti chimici escono da queste particelle plastiche e causano tossicità? Non lo sappiamo ma abbiamo bisogno di saperlo. È stato stimato che nel 2050 nell oceano ci sarà più plastica che pesci. Questa enorme quantità di plastica che causa l’inquinamento dei nostri mari non solo ha rischi ancora da chiarire per noi, ma ha effetti disastrosi per gli animali: ha portato infatti i pesci a cambiare le loro abitudini alimentari e ad ingerire plastica invece di Plancton. Un esperimento condotto sulle larve di pesce persico ha collegato la presenza di particelle di plastica ad una diminuzione della capacità di sopravvivenza e di crescita. Anche le cozze che filtrano circa 20 litri di acqua al giorno inseriscono plastica. Parte di questa viene espulsa, ma in media ogni cozza contiene un piccolo frammento di plastica, sebbene assorbito dai tessuti. Insomma una volta che i pesci le hanno ingerite le microplastiche entrano inevitabilmente nella catena alimentare e di conseguenza arrivano sulle nostre tavole. Occorre quindi un ulteriore motivo per cominciare a gestire meglio il problema dei rifiuti di plastica e di poterlo riciclare il più possibile evitando l’inquinamento della terra e del mare.