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29 Aprile, 2024

Il grande storico del Mezzogiorno Pietro Bevilacqua si candida alle europee per difendere e rilanciare il suo tanto amato Sud



Dopo decenni di eclissi, se non di vera e propria rimozione della questione meridionale dal dibattito politico, civile e culturale, a seguito dell’attuale mobilitazione contro quella che ora viene definita la “secessione dei ricchi”, ora il “golpe dei ricchi”, sembra che i temi relativi allo storico e mai del tutto superato divario socio-economico tra Nord e Sud Italia tornino ad essere oggetto dell’attenzione delle forze politiche che si apprestano ad affrontare la tornata elettorale dell’europee, o almeno, di certo, alcuni candidati li pongono al centro della loro campagna elettorale.

A conferma di questa iniziale inversione di tendenza, tra i suoi candidati nei collegi elettorali del Mezzogiorno, la lista elettorale “La Sinistra” presenta Pietro Bevilacqua, una figura di altissimo rilievo culturale e civile, che, in un suo recente post, ha dichiarato: “Considero il nostro Sud in grande pericolo per il suo avvenire. Lo affermo con realismo. Io ho combattuto per decenni contro le visioni poveristiche della nostra terra. Il Sud è l’area meno avanzata di un paese a capitalismo maturo, cioè opulento. È ricco di benessere, intelligenze, intraprendenze, patrimoni d’arte e bellezza, ma ha i problemi che conoscete. Oggi, tuttavia, gli si parano davanti due grandi minacce: la fuga della nostra gioventù, che potrebbe ridurre le nostre regioni a una terra di pensionati e la cosiddetta autonomia differenziata, che ne farebbe il pezzo più marginale di un’Italia ridotta ai frantumi territoriali dell’età medievale”.

Dunque, toccherà allo studioso che sul piano storiografico ha criticato l’immagine stereotipata, riduttiva ed unilaterale di un Meridione senza storia, sempre e solo esclusivamente “povero”, sottosviluppato ed “immobile come le pietre”, per evidenziane, invece, il pieno inserimento nei processi di modernizzazione, rappresentare le istanze disattese ed i diritti negati o derubricati dei cittadini meridionali.

Di origini calabresi, dopo una giovanile adesione al PCI, si dedica esclusivamente alla ricerca storica, percorrendo tutti i gradi della carriera accademica, terminata presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Collaboratore di riviste storiche e periodici militanti – “Studi storici”, “Quaderni storici”, “Contropiano” e “Laboratorio politico” –, insieme a Carmine Donzelli e Augusto Placanica, nel 1985 fonda  il prestigioso “Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali” (IMES), di cui è ancora Presidente, pubblicando, a partire dal 1987, la rivista “Meridiana”.

Rivista che, grazie al contributo di storici, economisti e sociologi, ha avuto il merito di arricchire enormemente le conoscenze sul Mezzogiorno, evidenziandone, soprattutto, l’“andare avanti” rispetto al suo passato.

Fondatore degli studi storici sull’ambiente, “Venezia e le acque” (1998), Bevilacqua è anche tra i fondatori e gli animatori dell’esperimento politico di “Progetto Calabrie”, del Festival del libro “Progetto Gutenberg” e delle riviste on-line di grande spessore politico-culturale “L’Officina dei saperi” e l’“Osservatorio del Sud”.

Insieme a Marco Esposito, Adriano Giannola, Gianfranco Viesti, Massimo Villone ed Eugenio Mazzarella, Bevilacqua è tra i pochissimi studiosi ed intellettuali di rilevanza nazionale ed internazionale ad avere subito preso posizione contro il progetto dell’autonomia differenziata, scrivendo anche una Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana, in cui, dopo avere osservato che “mai si era verificata in Italia, fino ad oggi, un’operazione di aperta eversione dello Stato repubblicano, tenuta sotto silenzio per mesi dalle forze politiche promotrici, nella disinformazione generale dell’opinione pubblica, nel silenzio dei partiti, nella sordina di quasi tutta la grande stampa, nella totale disattenzione della televisione pubblica”, si appella a Sergio Mattarella, affinché non rimanga in silenzio “mentre l’Italia corre un rischio così grave, destinato a pesare in maniera tanto rilevante sulla nostra vita e su quella dei nostri figli”.

Proprio per proseguire il suo impegno politico-civile di denuncia dei radicali pericoli di frammentazione del sistema paese e di definitiva marginalizzazione del Mezzogiorno insiti nella proposta di autonomia differenziata avanzata dalle Regioni capofila Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, per la prima volta nel corso della sua vita, Bevilacqua ha deciso di candidarsi alle elezioni, partecipando alla tornata europea con una piattaforma programmatica, che, a partire dalle istanza del Meridione, fa leva sui seguenti punti programmatici: 1. Lotta contro i trattati neoliberisti; 2. Normative per assicurare la parità stipendiale tra uomini e donne; 3. Politiche di sostegno per i piccoli produttori agricoli che “svolgono una funzione ambientale importante per la collettività e vanno dunque remunerati per questo servizio ecologico”; 4. Azioni di contrasto contro la migrazione giovanile, che rischia di desertificare il Mezzogiorno, scorporando dal calcolo del deficit “tutti gli investimenti pubblici a favore di scuola, ricerca e Università. Un grande New deal per la formazione e la cultura, che creerebbe lavoro, elevazione culturale dei ceti popolari e di tutti i cittadini, e darebbe una direzione all’economia dell’Europa”.

Quattro punti programmatici che puntano sulla centralità del Mediterraneo, quale vasta e variegata area socio-economico-politica di fitte relazioni e d’intesi scambi di beni, servizi e culture “com’è stato” – osserva Bevilacqua – “nei momenti storici in cui l’Italia è stato il centro della civiltà europea”.

29/04/2019 – Salvatore Lucchese



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