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3 Maggio, 2024

Con il suo pestifero “diritto all’oblio” sulla questione meridionale, Corrado Augias vorrebbe fare spegnere i riflettori sugli attuali scippi di Stato al Sud



In occasione di una sua recente apparizione televisiva, dopo avere fatto riferimento al revisionismo storiografico di impronta neo-borbonica, il giornalista Corrado Augias ha sostenuto che siccome la questione meridionale è un problema irrisolto da cento anni, ma, ad essere precisi, si tratta di quasi centosessanta anni, sarebbe opportuno fare valere per essa il “diritto all’oblio” e pensare solo al futuro.

In altri termini, dopo avere ricondotto e ridotto la questione meridionale ad una questione esclusivamente storiografica e non già anche politica, Augias suggerisce di stendere sul problema italiano per eccellenza, il dualismo Nord/Sud, un velo pietoso perché il problema è a suo parere irrisolvibile.

Ma nell’attuale contesto economico, sociale, politico e civile italiano, che, stando a fonti statistiche, contabili e di ricerca di assoluta autorevolezza – ISTAT, EUROSTAT, Conti Pubblici Territoriali, Ragioneria Generale dello Stato, Banca d’Italia, Istituzioni europee, SVIMEZ, EURISPES, etc. – si caratterizza per la recrudescenza della questione meridionale e per l’inasprirsi del dibattito sulla ripartizione territoriale delle cospicue risorse europee assegnate dall’Europa all’Italia per potere fronteggiare i contraccolpi sociali ed economici dell’emergenza coronavirus a partire dal Mezzogiorno, quale funzione ideologica assume l’appello di Augias all’oblio? A chi giova non parlare più della questione meridionale? A quale mulino Augias porta la sua acqua “avvelenata” della “dimenticanza”?

Ebbene, nell’attuale fase storica, che si caratterizza per il conclamato scippo di Stato perpetrato ai danni del Sud di 840 miliardi di euro di spesa pubblica allargata dal 2000 al 2017, e lo scippo continua ancora oggi a favore della cosiddetta “locomotiva Nord” al ritmo di 170 milioni di euro al giorno, del tutto coerentemente con l’“abolizione” del Mezzogiorno, il richiamo all’oblio sulla questione meridionale invocato da Augias equivale a fare scendere una coltre di silenzio su quell’“operazione verità” che ha disvelato il “mistero” dell’attuale recrudescenza del divario territoriale tra il Nord e il Sud del Paese: l’iniqua e del tutta illegittima ripartizione, Costituzione alla mano, delle risorse pubbliche tra “fratelli” e “fratellastri” d’Italia.

Dunque, sembra proprio che il giornalista romano porti l’acqua al mulino del sempre più famelico e bulimico sistema Nord, a cui non conviene che si parli della questione meridionale proprio per potere continuare a razziare a riflettori spenti le risorse ordinarie ed aggiuntive che, invece, spetterebbero al Sud nell’ottica della solidarietà e della coesione nazionale sancite dal nostro dettato costituzionale.

Così facendo, nonostante la sua spocchiosa retorica patriottico-risorgimentale, Augias, di fatto, si pone ideologicamente al servizio delle forze eversive di questo Paese, che, a causa delle loro “razzie”, giorno dopo giorno minano le fondamenta materiali, civili e culturali dell’unità sostanziale e non solo formale di un Paese sempre più “diviso e diseguale”, in cui la sola funzione del Sud sarebbe quella di “colonia estrattiva interna”, di dovere subire senza esercitare la memoria e la riflessione critica, di dovere essere sfruttato e pauperizzato senza chiedersi da chi, il come, il quando e il perché.

25/08/2020 – Salvatore Lucchese



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