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27 Luglio, 2024

Una diagnosi precoce salve vite umane: non aspettare credi nella PREVENZIONE.



L’arma più forte contro il tumore è la prevenzione e la ricerca, per questo è importante non dimenticarlo.

Molte sono le associazioni che si battano da anni per diffondere e aiutare donne e uomini a non avere paura della prevenzione, come la LILT e sul territorio vesuviano da anni porte avanti questo messaggio Annamaria Romano, delegata LILT Pollena Trocchia –“ Da anni lottiamo insieme alle donne e agli uomini contro questo male, perché questa è una battaglia. Attraverso l’informazione, l’organizzazione di giornate per la prevenzione con visite gratuite, con medici che collaborano con noi cerchiamo di aiutare che è in difficoltà. Il problema principale è che per fare un esame specifico purtroppo oggi bisogna attendere troppo”.

Da diversi anni ormai il sistema sanitario nazionale ha attivato lo screening oncologico, che è volto a monitorare ed aiutare se si presenta il problema, persone da una certa età in poi. Questo serve non solo ad aiutare le persone a prevenire ed intervenire in tempo, ma anche a fare ricerca su come la malattia si presenta e quante persone sul territorio colpisce in un arco di tempo, e di una certa età.

Abbiamo la testimonianza del dottore Luigi Leo, direttore UOC oncologia ASL Napoli 3 SUD, -“La Prevenzione è la vera chiave del successo perché il tumore più precocemente viene diagnosticato più si può avere una migliore prognosi, quindi salviamo vite umane. L’altro vantaggio è che tumori diagnosticati in fase precoce necessitano di interventi di minima e soprattutto di interventi post chirurgici, e quindi terapie oncologiche meno aggressive. Ad esempio i tumori alla mammella raramente, se diagnosticato precocemente, ha bisogno di chemioterapia. Allo stesso modo tumori al colon diagnosticati precocemente, mai hanno bisogna di trattamento chemioterapico. La prevenzione ha un altro vantaggio, far risparmiare tantissimi costi al sistema sanitario nazionale: quindi interventi più efficaci e più economici. Però dobbiamo registrare in Regione Campania, rispetto alle altre regioni del nord Italia, e del Nord Europa per l’adesione agli screening, ancora percentuali di adesione molto basse”.

Perché secondo lei c’è un minor accesso agli screening in Campania? È un problema di informazione o è un problema di come la Regione reagisce a queste richieste? –“La Regione da le indicazioni, poi sono le singole ASL che devono provvedere a mettere in atto tutti i passaggi e le procedure. Lo screening è una procedura sempre attiva, non è che io vado prenoto ad esempio mammografia che è un esame ambulatoriale per sua sensibilità e cultura in merito. Lo screening è un percorso diverso, è un percorso attivo cioè i pazienti vengono invitati, reinvitati possibilmente vicino casa, i centri sono abbastanza diffusi sul territorio. Il problema è che se noi ne inviato, ad esempio 100, se ne presentano meno della metà. I motivi sono tanti, molto spesso capita pure che il paziente vada a fare gli esami per conto proprio privatamente”.

Perché secondo lei vanno privatamente e non tramite ASL? –“Perché a volte vi sono oggettive difficoltà di accesso, anche di tipo geografico immaginiamo su territori vasti, a volte c’è l’idea che la sanità privata sia più efficiente di quella pubblica, ciò a mio giudizio non è vero, a volte bisogna coinvolgere di più anche i sindaci, le associazioni dei pazienti dei cittadini per far capire che se si entra in un circuito pubblico, esami che non vengono fatti una tantum ma cadenzati. Bisogna ripristinare un patto di fiducia tra gli assistiti e la sanità pubblica”. Come ci può fare? –“Io credo molto nelle campagne informative, un’informazione: una diagnosi precoce salve vite umane e permette di usare al meglio le risorse sanitarie”. State pensando ad una campagna? –“In realtà noi già facciamo informazione, vorremmo incentivare coinvolgendo sindaci, comuni, associazioni tutte di cittadini, non solo di pazienti, qualsiasi tipo di associazione”.

Dottore può spiegarci la differenza tra screening che mettete in atto il sistema sanitario ed invece la prevenzione che ognuno fa per proprio conto? –“Allora gli screening messi in atto dal sistema sanitario nazionale sono dei percorsi sempre attivi, viene individuato un range di età le persone vengono invitate nelle strutture ospedaliere, viene fatto il primo accesso, con visita e poi da li si parte per effettuare tutti gli esami previsti. Per fare ciò la persona non deve aspettare, perché viene immessa in questo percorso, le visite come gli esami da effettuare vengono programmati e la persona non deve attendere un tempo infinito, ma ci sono delle date cadenzate che vengono rispettate, tutto questo gratuitamente. La prevenzione che ogni persona fa per proprio conto ad età diverse invece, non è inserito in questo percorso per questo le attese sono diverse e molto probabilmente più lunghe”.



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