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3 Maggio, 2024

Un prestito senza nessuna garanzia di restituzione: l’emergenza coronavirus al Nord la paga il Sud con lo scippo dei suoi fondi europei?



Oltre ad evidenziare tutti i limiti delle politiche di privatizzazione attuate in Italia nel corso degli ultimi decenni, l’emergenza coronavirus sta mettendo anche a nudo lo storico divario Nord/Sud, frutto della recrudescenza delle politiche di spoliazione subito da quest’ultimo proprio in corrispondenza con la predominanza delle politiche liberiste, che, nel nostro Paese a “due velocità”, si sono intrecciate con l’egemonia della cosiddetta “questione settentrionale”, alimentata dalla Lega ed assecondata, tranne sparute voci fuori dal coro, da tutti gli altri Partiti nazionali, in primis, il PD e Forza Italia.

Dismessa la Cassa per il Mezzogiorno, cancellato il Meridione dalla Costituzione, abolito dalla “cartina” delle politiche sociali e di sviluppo, rimosso prima e derubricato poi il dibattito sulla questione meridionale a mera rivendicazione nostalgica di orientamento neoborbonico, pre-moderna e reazionaria, spenti i riflettori sul Sud, se ne è istituzionalizzata la sua condizione di “colonia estrattiva interna” tramite l’attuazione di un federalismo competitivo, asimmetrico e sperequato, che ha contribuito e non poco allo “scippo di Stato” della modica cifra, si fa per dire, di 840 miliardi di euro di spesa pubblica allargata subito dal Mezzogiorno dal 2000 al 2017.

Un esempio, tra gli altri, quello relativo all’iniqua ripartizione della spesa sanitaria. Come ha dimostrato l’economista Gianfranco Viesti, nello stesso arco di tempo i residenti nel Mezzogiorno, il 35% della popolazione italiana, hanno ottenuto soltanto il 17,9% degli investimenti nazionali, ossia, 10,5 miliardi di euro a fronte dei 36,5 miliardi destinati al Centro-Nord.

Ora l’emergenza coronavirus offre alle classi dirigenti estrattive e predone di questo Paese organiche al “Grande Partito trasversale del Nord” l’occasione di perpetuare le politiche di spoliazione, proprio in una fase storica in cui il modello imposto negli ultimi decenni di un “aereo” che deve volare grazie ad un solo motore, quello del Nord onnivoro, anziché due, anche quello del Sud scientemente spento, sta mostrando tutti i suoi limiti.

L’emergenza sanitaria, che si concentra soprattutto al Nord e nello specifico attanaglia in modo drammatico l’“efficiente” Lombardia, offre ai pirati di sempre l’opportunità di derubare al Sud anche i finanziamenti europei di cui è destinatario: dopo avere diviso in modo iniquo i “pani” e i “pesci” tra le famiglie bisognose italiane, prediligendo il Nord a discapito del Sud  (Vesuviano News, 31 marzo 2020), ora il “Grande Partito Trasversale del Nord” si appresta a drenare i fondi europei al Settentrione senza dare nessuna garanzia di restituzione al Sud.

Nonostante le rassicurazioni del Ministro Giuseppe Provenzano, (Il Quotidiano del Sud, 1 aprile 2020), il pericolo è concreto e l’allarme non solo è stato lanciato da eminenti economisti, Domenico Cersosimo e Gianfranco Viesti (Economia e politica, 2 aprile 2020), ma anche da parlamentari, la deputata Giusy Bertolozzi di Forza Italia (Blog Sicilia, 2 aprile 2020).

Fra un furto e un prestito – hanno sottolineato i due studiosi – vi è, evidentemente, un’enorme differenza. L’aspetto fondamentale sta nella circostanza che eventuali risorse prelevate dal Fsc per creare spazio di spesa sui fondi strutturali al Nord devono avere una garanzia di “restituzione” al Mezzogiorno. Tale restituzione è ancor più necessaria, dato che tanto i Fondi strutturali quanto il Fsc, come dimostrato da più analisi (per i dati si veda il Rapporto Conti Pubblici Territoriali) già svolgono nel Mezzogiorno una funzione di mera, parziale sostituzione di mancata spesa ordinaria e hanno perso ogni carattere di aggiuntività”.

A sua volta, nel presentare alla stampa la sua interpellanza parlamentare sulla riprogrammazione dei fondi europei, la deputata azzurra ha dichiarato: “Sì ad un prestito garantito, non ad un furto a danno del Mezzogiorno”.

Il solo tentativo di compiere l’ennesimo furto ai danni dei cittadini del Meridione conferma la voracità del sistema piratesco del Nord e pone seri dubbi sulla tenuta unitaria di un Paese che sistematicamente ha scaricato i costi delle crisi economico-finanziarie che lo hanno attraversato sulla sua parte volutamente più debole, vilipesa e sottosviluppata: il Sud come “colonia estrattiva interna”.

02/04/2020 – Salvatore Lucchese



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