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3 Maggio, 2024

Scippo ai poveri, scippo al Sud: solo 80 dei 400 milioni stanziati per la crisi sociale saranno ripartiti sulla base dell’indice di povertà



L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus si intreccia sempre di più con la crisi economica e sociale. Dato il divario Nord/Sud, che, tra fasi di divergenza e convergenza, caratterizza la storia del nostro Paese dal 1861 ad oggi, a pagare lo scotto maggiore del doveroso “tutti a casa” imposto dal Governo per la salvaguardia della salute pubblica è proprio il Mezzogiorno, dove, purtroppo, risiede l’80% dei poveri e dei lavoratori precari.

Una vera e propria bomba sociale che potrebbe esplodere da un momento all’altro proprio nel pieno dell’emergenza sanitaria.

E il Governo cosa fa? Ebbene, pensa bene di stanziare 400 milioni di euro per il sostegno alle famiglie bisognose, salvo poi decidere di ripartirne tra i 7.914 Comuni italiani l’80%, 320 milioni, sulla base del numero dei residenti, ed il rimanente 20%, 80 milioni, sulla base dell’indice di povertà.

Il primo criterio, iniquo, è funzionale agli interessi del Nord bulimico e vampiresco anche in questa occasione. Il secondo criterio, invece, cerca di mettere una pezza a colori all’ennesimo scippo di Stato subito dal Sud, che si associa a quello certificato dall’Eurispes di 840 miliardi di euro di spesa pubblica allargata, illegittimamente drenati nel corso degli ultimi venti anni proprio verso quel Nord onnivoro anche per foraggiarne il sistema sanitario, che, purtroppo a causa delle privatizzazioni, si è mostrato del tutto inadeguato a fronteggiare l’emergenza coronavirus.

01/04/2020 – Salvatore Lucchese



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