Il Decreto Rilancia conferma che gli ennesimi scippi al Sud sono un processo già in atto e non una semplice ipotesi al di là da venire allo studio della Presidenza del Consiglio.
Facendo leva sull’emergenza coronavirus, che, dal punto di vista sanitario, ha colpito maggiormente il Nord, ma, dal punto di vista socio-economico, ha colpito allo stesso modo l’intero Paese, aggravando, ulteriormente, le già precarie condizioni del Sud, il Governo Conte bis ha deciso di drenare i rimanenti fondi strutturali europei dei settenni 2000/20006, 2007-2013 e 2014-2020 dalle regioni meridionali a quelle settentrionali. Il tutto, appunto, con la pezza giuridica del Regolamento (UE) 2020/558 del 23 aprile 2020, che consente l’uso flessibile dei suddetti fondi.
Ancora una volta a lanciare l’allarme per primo è stato Rosario Marra, segretario della Federazione Provinciale di Napoli del Partito della Rifondazione comunista.
“Con gli articoli 231 e 232 del Decreto-rilancio – ha osservato Marra via facebook – si dà attuazione a quanto previsto nel DEF sui fondi strutturali, applicando il regolamento UE n. 558/2020 entrato in vigore il 24 aprile”. Ossia, ha specificato il segretario provinciale: “Si procede con la possibilità di dirottare fondi da una Regione all’altra, nel nostro caso dal Sud al Nord. In questo modo, la proposta del DIPE, nello specifico dei fondi europei, è stata accolta con un diverso e più sbrigativo strumento giuridico”.
“La rabbia – ha proseguito Marra – è tanta, soprattutto per i nostri giovani! Fase due significa che il Sud, nei momenti più acuti della crisi, verrà lasciato solo con qualche intervento di mera sussistenza. La vera assistenza sarà per il padronato del Nord”.
“In tutto questo – ha concluso Marra – è assordante il silenzio dei Presidenti delle Regioni meridionali, ad iniziare dal pirotecnico Vincenzo De Luca. Meridionalisti, se ci siete, è il momento di battere un colpo!”
