Il patto di acciaio tra Giorgia Meloni e Roberto Calderoli prevede lo scellerato scambio politico-elettorale tra premierato forte ed autonomia differenziata. Peccato, però, che in un’Italia a poteri regionali differenziati, la figura del premier varrebbe quanto quella del re Travicello, ossia poco o niente.
A farcelo capire è l’economista Gianfranco Viesti, che, nel suo ultimo libro, Contro la secessione dei ricchi, osserva: “L’Italia sarebbe radicalmente trasformata con la nascita di regioni-Stato al suo interno. […] Il governo centrale avrebbe poteri residuali, e competenze su ritagli geografici. L’Italia diverrebbe un paese Arlecchino”.