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29 Marzo, 2024

“Quando il basket era leggenda” il racconto storico di Fucile e Prestisimone



Dalla scoperta della palla al cesto nel 1912, con le prime partite a Napoli giocate all’istituto Salesiani del Vomero, all’epopea della Partenope nel tempio dei canestri: storie, leggende, ritratti.

Un libro che è un percorso di ricerca con 200 foto d’epoca e la prefazione di un campione della pallacanestro italiana come Dino Meneghin.

Un racconto storico con il saluto del n.1 della pallacanestro italiana, il presidente della Fip Gianni Petrucci e una guida alla lettura nelle pagine di apertura. Nel libro “Quando il basket era un mito” (edito da LeVarie, 160 pagine, € 12,50) firmato dal giornalista Stefano Prestisimone e dall’ex supercampione, Manfredo Fucile, c’è tutto l’amore per questo sport, per le storie dei campioni ma anche di uomini, per le imprese sportive, per i racconti, le curiosità che si intrecciano con gli eventi della città. Si parla della pallacanestro mitica, quella degli albori, dell’arrivo della pallacanestro a Napoli all’inizio del ‘900 e di come si è sviluppata fino al 1978, quando la Partenope retrocesse in B ed iniziò un’altra epoca. Prestisimone è un giornalista provetto, con quasi 40 anni di esperienza e tanti articoli per il Mattino dal ’97 ad oggi.

Manfredo Fucile è stato un cannoniere della Partenope, protagonista di quelle annate memorabili, con la conquista della Coppe delle Coppe nel 1970, oltre che poi per 12 anni alla guida della Fip Campania.

Coordinatore editoriale è il giornalista Marco Lobasso in rappresentanza de LeVarie, già collega di Prestisimone. Progetto grafico di Andrea Delehaye e collaborazione di Francesco Ponticiello e Massimo Massaro. Un libro “che non è solo per appassionati di basket ma per amanti dello sport e delle storie umane, anche struggenti, come quella di Nando Starace, play del basket cosiddetto minore”. “E’ un libro che racconta un’era fondamentale, ma non è un manuale per specialisti della materia.

Un libro di sport e vita” spiega Prestisimone. Dunque oltre il racconto delle vittorie e delle sconfitte beffarde di quella Fides memorabile, c’è anche spazio per i ritratti di giocatori come Williams, gigante scolpito nel marmo, dei fratelli Errico, di Maggetti e Gavagnin. E poi il capitolo dedicato ai coach e agli arbitri storici.



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