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4 Maggio, 2024

Marco Esposito, Gianfranco Viesti e Massimo Villone si confronteranno su “Una nuova questione meridionale per una nuova unità della Repubblica”. “Federico II” – Aula Pessina, Corso Umberto I, 40



Nata in sordina tra il settembre e l’ottobre 2018, nel corso degli ultimi mesi la mobilitazione contro l’autonomia regionale differenziata richiesta dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si è estesa sino a coinvolgere Università, in primis la Federico II, istituti di ricerca, associazioni, reti sociali, comitati, sindacati e qualche balbettante organizzazione politico-elettorale della cosiddetta sinistra radicale.

Tutte forze che, nel complesso, anche se con una differenza di impostazioni, finalità ed accenti, hanno evidenziato le forti ricadute negative dell’attuale proposta di autonomia differenziata sia per il Meridione sia per la tenuta unitaria dell’intero sistema Paese.

In questo modo, si è passati dalla rimozione del Mezzogiorno dal dibattito politico-culturale alla ri-scoperta del dualismo Nord/Sud e al conseguente tentativo di rilanciare la “questione meridionale”. “Questione meridionale che negli ultimi decenni è stata letteralmente occultata dalla centralità egemonica della “questione settentrionale”, agitata prima dalla Lega padana e promossa poi da tutti gli altri partiti nazionali o mediante il loro ruolo attivo o attraverso le loro reiterate distrazioni ed i loro complici ed imbarazzanti silenzi perduranti anche durante l’ultima campagna elettorale per le elezioni europee.

Infatti, a prescindere dalla meritoria, rigorosa e sistematica opera di ricerca socio-economica e di moral suasion esercitata dalla SVIMEZ come suo compito istituzionale, il merito storico della ri-valutazione della questione meridionale non spetta a nessun partito politico, bensì, va riconosciuto a tre studiosi di altissimo profilo accademico, professionale, culturale e civile: il giornalista economico del Mattino Marco Esposito, autore di Zero del Sud; l’economista Gianfranco Viesti dell’Università di Bari, autore di Verso la secessione dei ricchi?; il costituzionalista Massimo Villone, emerito della Federico II ed autore di Italia, divisa e diseguale;

Tre intellettuali che da mesi si sono impegnati in un’estenuante, capillare e sistematica opera pedagogico-civile di denuncia delle politiche di espropriazione delle risorse finanziarie alle Regioni meridionali. “Espropriazione” che l’autonomia a “geometrie variabili” intenderebbe istituzionalizzare, riducendo la funzione del Mezzogiorno a quella di conclamata “colonia estrattiva”.

Promosso dall’Associazione Professori Emeriti Fridericiani, e moderato da Sandro Staino, venerdì 21 giugno alle ore 10:00 presso l’Aula Pessina dell’Ateneo Federico II, Corso Umberto I, 40, ci sarà un confronto sul tema “Una nuova questione meridionale per una nuova unità della Repubblica”, a partire dal quale i tre studiosi potranno ricostruire e valutare criticamente gli aspetti storici, politici, giuridici ed economico-finanziari sia della “perversa attuazione del federalismo fiscale” sia, in continuità, dell’attuale processo di approvazione dell’autonomia regionale differenziata, che, se dovesse essere attuata, nell’acuire il divario tra Nord e Sud, potrebbe condurre alla “secessione dei ricchi” se non alla vera e propria “divisione” politica di un Paese di cittadini e territori che verrebbero cristallizzati ed istituzionalizzati come tra loro definitivamente “diseguali”.

Contro la deriva secessionista e separatista della “questione settentrionale” e coerentemente all’impostazione prevalentemente unitaria degli esponenti di punta del meridionalismo classico,  Esposito, Viesti e Villone esporranno le loro tesi a favore della formulazione di una “nuova questione meridionale” da porre a suggello di una “nuova unità della Repubblica”.

A fronte della conclamata esistenza del “Grande Partito Trasversale del Nord”, c’è solo da chiedersi quale forza politica, nel sottoscrivere un nuovo “patto” di unità nazionale, rappresenterà le istanze e i diritti illegittimamente disattesi del Sud. Chi firmerà un nuovo “contratto sociale” che tuteli anche gli interessi del Mezzogiorno?

20/06/2019 – Salvatore Lucchese



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