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3 Maggio, 2024

Il Sud Conta, Giovanni Pagano: “Nessun regionalismo differenziato se prima non si applica la Costituzione per tutti allo stesso modo e, soprattutto, se non si parla seriamente di risarcimento per le popolazioni delle regioni meridionali”



Poca prima che scoppiasse l’“emergenza” coronavirus il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in quel di Gioia Tauro, avevano presentato il Piano Sud 2030. Sviluppo e coesione per l’Italia. In sostanza, una promessa di investimenti destinati al Sud di 123 miliardi di euro in dieci anni.

In un suo recente articolo, “Piano Sud 2030, cosa c’è di buono per i meridionali?”, nell’analizzare il Piano Sud, l’attivista del Sud Conta e delegato sindacale dell’USB Giovanni Pagano ne ha evidenziato i punti di forza e le criticità.

I primi, secondo il giovane sindacalista napoletano, risiedono unicamente nella certificazione dello scippo di “risorse del Nord nei confronti del Sud”. La qualcosa, osserva Pagano: “Oggi è impossibile tenere nascosta”.

A suo parere molto più numerose le criticità: dai tanti “faremo” privi di fondamento per la mancata applicazione della clausola del 34% e per i tagli drastici subiti dal Fondo di Coesione e Sviluppo alla riproposizione di vecchie ricette che già in passato non hanno sortito effetti positivi, dalla mancata programmazione di un piano straordinario di assunzione nelle PA del Mezzogiorno, sebbene si riconosca la carenza di personale, al totale silenzio sul regionalismo differenziato.

Nella migliore delle ipotesi – sottolinea Pagano – ci troveremo a vederci erogati integralmente i fondi per le aree svantaggiate, senza un minimo accenno al pregresso mai versato, dall’altro sul piano dell’attribuzione della spesa ordinaria dello Stato si continuerà con lo scippo”.

Data la prospettiva più che plausibile dell’ennesimo compromesso al ribasso fatto ai danni dei 21 milioni di cittadini del Sud Italia, che fare? “Starà a noi meridionali alzare la posta in gioco”, afferma con decisione Pagano, per poi concludere: “Dobbiamo avere la forza di continuare a solcare la strada che tanti hanno cominciato a percorrere, partendo dalla rottura delle narrazioni tossiche e razziste, controbattendo dato su dato, ribadendo con forza che non ci può essere nessun regionalismo differenziato se prima non si applica la Costituzione per tutti allo stesso modo e, soprattutto, se non si parla seriamente di risarcimento per le popolazioni delle regioni meridionali”.

03/03/2020 – Salvatore Lucchese



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