Il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha invitato Roberto Maroni a fare parte della Commissione per la trattativa sull’autonomia differenziata.
Maroni accetta e nell’intervista rilasciata al Quotidiano del Sud (31 ottobre 2019) apre ad un scambio politico: possibile definizione dei Lep e riduzione delle materie richieste dalla Lombardia e dal Veneto in cambio dell’approvazione del regionalismo differenziato.
Tuttavia, Maroni non riconosce lo scippo di Stato subito dal Mezzogiorno nel corso degli ultimi dieci anni, accampando argomenti generici e pretestuosi: “I criteri – ha affermato l’ex ministro leghista – con cui si fanno questi calcoli sono tutti discutibili”. La classica notte in cui tutte le vacche sono nere se non si specifica di quali criteri si parla e del perché siano tutti discutibili, ossia, se non si dimostra, numeri alla mano, perché, secondo il suo “autorevolissimo” e “disinteressato” parere, i calcoli fatti dalla Ragioneria generale dello Stato e dai Conti Pubblici territoriali e sviluppati dalla Svimez siano errati. Inoltre, sempre lo stesso Maroni ribadisce l’importanza dei cosiddetti residui fiscali per i territori, che, Costituzione alla mano, non esistono.
La linea del Governo appare sempre più chiara e pericolosa per il Meridione: tagliare alcune materie richieste, definire i Lep ed approvare l’autonomia senza porre il tema della restituzione di quanto è stato indebitamente sottratto ai cittadini del Sud Italia.
Ma i diritti e la dignità di venti milioni di persone possono mai essere oggetto di compromessi politici al ribasso? Il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, cosa ne pensa?
31/10/2019 – Salvatore Lucchese