Cari lettori de “Vesuvianonews” incontro questo mese un noto rappresentante del calcio campano, per tutti Arturo Zico.
Attualmente direttore sportivo, consulente di mercato e talent scout. Una vita spesa sui campi da calcio e ancora oggi ha sempre la stessa forza e passione quando visiona giovani talenti per società professionistiche e non. Allora davanti ad un caffè, nella sua Sarno, incontro il direttore.
Una vita sui campi da calcio, da calciatore, mister e dirigente, come cambia la prospettiva?
Le prospettive sono diverse, importante è restare sempre sé stessi. Da calciatore ho girato tanto e mi sono tanto divertito, sono sempre uscito dal campo con la maglietta sudata e in quell’ottica ho anche ricevuto tante soddisfazioni. L’allenatore l’ho iniziato a fare quando ero ancora un calciatore, presi il patentino perché il mio sogno era di allenare giovani calciatori e trasmettere le mie idee e il mio credo calcistico. Da direttore sportivo o consulente di mercato è un continuo combattere, dietro quella scrivania o su un campo per mettere nelle migliori condizioni i tuoi assistiti o allestire una squadra con il budget che la società ti mette a disposizione.
Un aneddoto in particolare?
Ne ho tanti, ma uno su tutti fu quando fui chiamato dal Montorio Veronese ( diventato in seguito Chievo Verona) nel 1979, avevo appena terminato il servizio militare e fu la prima grande esperienza, in una società che già pensava in grande.
A chi particolarmente legato?
Calcisticamente non sono mai stato mai legato a qualcuno, perché senza peccare di presunzione, tutto ciò che ho fatto e attualmente faccio è solo frutto delle mie capacità.
Le tue scoperte?
Ne ho tanti credimi, ci sono ragazzi che attualmente sono nelle Primavere di squadre pro a cui auguro tanta fortuna, a calciatori già affermati che giocano in Lega Pro e tantissimi divisi fra le categorie di Eccellenza e Promozione.
Il tuo rapporto con Sarno?
Non è facile essere profeti in Patria, non fa nulla e non me ne pento perché ci sono delle vedute completamente diverse. Salutiamo il direttore e gli diamo appuntamento su un campo da calcio, perché vedere giovani calciatori che hanno passione e tanta determinazione è molto meglio di restare in una pubblica piazza e criticare soltanto.