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30 Aprile, 2024

Sito Arma dei Carabinieri: “La “questione dell’insorgenza” meridionale “è stata sempre tenuta nell’ombra dalla storiografia risorgimentale. Nascoste o sottovalutate le gravi colpe dell’invasore piemontese”



Dopo decenni di rimozione pianificata a tavolino per potere spegnere i riflettori su uno “scippo di Stato” di circa 900 miliardi, sembra proprio che il Mezzogiorno sia tornato al centro del dibattito politico-culturale del Paese.

Intendiamoci, ad oggi, le misure concrete finalizzate all’attuazione delle politiche di perequazione e di riequilibrio sono state mancette date al ragazzo del barbiere, più che altro, promesse di “salvezza” e di “Soli ingannatori” sempre “al di là da venire”, di contro al disegno concreto di istituzionalizzare il divario Nord/Sud tramite l’attuazione del federalismo estrattivo e discriminatorio voluto dal “blocco Nord”.

Tuttavia, si respira una nuova aria, ci si muove in una nuova temperie culturale, che, non solo, attraverso una composita “operazione verità” promossa da autorevoli studiosi, giornalisti, centri di ricerche statistiche, organi istituzionali dello Stato, comitati e movimenti meridionalisti, ha contribuito e contribuisce ancora oggi a fare chiarezza sulla genesi e sulle caratteristiche dell’odierno dualismo Nord/Sud, ma fa sì che vengano accolte anche da chi meno te l’aspetti le tesi storiografiche che hanno evidenziato il “lato oscuro” del processo di unificazione nazionale: la “conquista” e il “sacrificio” del Sud, manu militari.

Ora, a fare proprie queste tesi, bollate da buona parte della storiografia accademica come pubblicistica priva di dignità scientifica, non è certo la Gendarmeria Reale Borbonica, né tanto meno un gruppo di esaltatori del brigantaggio o di reazionari sanfedisti, bensì è l’Arma dei Carabinieri, ossia un corpo militare di origini sabaude preposto a funzione di polizia.

Infatti, sul sito dell’Arma si può leggere un articolo, diviso in una prima ed in una seconda parte, in cui, l’autore, il Generale Vincenzo Pezzolet, già Capo dell’Ufficio Storico dell’Arma e studioso di uniformologia e di storia militare, dopo essersi soffermato sulle cause della questione meridionale, da lui considerata “ancora oggi uno dei principali problemi da risolvere nel quadro della modernizzazione e dello sviluppo dell’intera nazione”, fa riferimento all’assedio piemontese di Gaeta ed alla conseguente deportazione dei superstiti dell’esercito borbonico “nei campi di concentramento di Finestrelle e San Maurizio Canavese”, dove, prosegue Pezzolet, “per i disagi e le vessazioni morirono a migliaia”.

Inoltre, il Generale dell’Arma accenna anche alla “‘Legge Pica che sospendeva le libertà nel Mezzogiorno” ed alla questione delle “insorgenze”, le “rivolte armate”. “Questione”, a suo dire, “tenuta nell’ombra dalla storiografia risorgimentale”, insieme alle “gravi colpe dell’invasore piemontese”, che sono state “nascoste o sottovalutate”.

31/01/2020 – Salvatore Lucchese

 



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