Di seguito, pubblichiamo la versione integrale della lettera inviata da “La Via Maestra” a tutte le Regioni per chiedere loro di presentare ricorso alla Corte costituzionale contro la legge sull’autonomia regionale differenziata nel caso in cui dovesse essere approvato definitivamente approvata dal Parlamento.
Gentile presidente,
come rappresentanti delle oltre cento realtà associative che hanno dato vita alla “Via Maestra”, da tempo impegnata – nel dibattito pubblico, nelle manifestazioni di piazza e nelle iniziative territoriali – in difesa della Costituzione repubblicana, le esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per la possibile, e prossima, approvazione definitiva del Ddl sull’Autonomia differenziata da parte della Camera dei Deputati.
Si tratta, a nostro avviso, di un progetto che – se realizzato – metterebbe a rischio l’unità nazionale.
Dare attuazione all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione – nelle condizioni date, con le modalità proposte e a risorse invariate – costituirebbe un attacco all’unitarietà dei diritti civili e sociali fondamentali delle cittadine e dei cittadini, destinato ad ampliare in maniera irreversibile le diseguaglianze e i divari esistenti e a ridurre ulteriormente la capacità del sistema pubblico di garantire servizi essenziali e universali alla popolazione.
Così come riconoscere una competenza regionale esclusiva su materie di rilevanza strategica, e non suscettibili di frazionamento territoriale, rappresenterebbe la rinuncia ad un governo nazionale e unitario delle politiche economiche, industriali e di sviluppo del Paese.
Viviamo una fase storica drammaticamente turbolenta, segnata da crisi geopolitiche che si moltiplicano anziché risolversi e dalle gravi conseguenze sul piano umanitario, economico e sociale che nemmeno la dimensione nazionale è in grado di risolvere.
Abbiamo, inoltre, da affrontare sfide cruciali come la transizione digitale e la urgente riconversione ecologica del nostro sistema produttivo per contrastare la crisi climatica, e non possiamo certo farlo frantumando le politiche pubbliche territorio per territorio.
Infine, riteniamo profondamente sbagliato minare tre pilastri, su cui si fonda la coesione e la tenuta stessa nostra società, come l’Istruzione e la Sanità pubblica oltre che il Contratto collettivo nazionale di lavoro.
In definitiva, siamo convinti che solo rinsaldando l’unità nazionale, valorizzando l’interdipendenza tra economia settentrionale ed economia meridionale, rafforzando il welfare pubblico e universalistico, e proiettandoci come unico grande “Sistema Paese” in un’Europa sempre più unita, potremo giocare un ruolo nel mondo complicato in cui ci è toccato di vivere.
Una nuova distribuzione delle materie e dei diritti fondamentali tra territori che certamente andrebbe a ledere molte delle competenze attualmente esercitate delle singole Regioni.
Per queste ragioni, riteniamo che vadano attivati tutti gli strumenti democratici a disposizione per evitare che le prospettive dell’Italia siano compromesse in maniera irrimediabile.
Le chiediamo, dunque, di valutare ogni iniziativa istituzionale utile a questo scopo, a cominciare dalla possibilità di promuovere, sulla base dell’articolo 127, secondo comma, della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale a tutela della sfera di competenza della sua Regione, nel caso l’Autonomia differenziata diventasse legge.
Certi della sua attenzione, la salutiamo cordialmente.
Per il coordinamento della Via Maestra
Maurizio Landini – Segretario Generale CGIL
Raffaella Bolini – Vicepresidente ARCI
Giulio Marcon – Portavoce campagna Sbilanciamoci!
Andrea Morniroli – Forum Diseguaglianze Diversità