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2 Maggio, 2024

Razzismo antimeridionale: la vergogna civile delle mancate denunce di piazza da parte delle forze progressiste. Chi tace acconsente?



In questo Paese, che non è un Paese, ma due, il pregiudizio razziale antimeridionale non solo è diventato un articolo di fede, che, alimentato sistematicamente da giornali, libri e mass-media, ha plasmato in profondità il senso comune sia delle sue masse che delle sue élites, ma, sulla base del “piede di porco” della spesa storica, che ogni anno sottrae ai diritti dei 21 milioni di cittadini meridionali circa 60 miliardi di euro di spesa pubblica allargata drenati sistematicamente al Nord, i fratelli e i fratellastri d’Italia, è diventato anche il fondamento ultimo dell’istituzionalizzazione della sperequazione sociale, economica e civile che vige tra il Nord e il Sud Italia.

Il pregiudizio razziale antimeridionale spiega sempre tutto a tutti, come nel caso dei numerosi reati di cui di recente sono stati accusati sei carabinieri in servizio nella provincia di Piacenza. Ebbene, stando a quanto riportato dal Mattino,  secondo il giornalista bergamasco Daniele Martinelli i carabinieri in questione avrebbero compiuto gli atti criminali in quanto meridionali. “Sei meridionali su sei”, ha scritto il neo allievo di Cesare Lombroso. Ora qui – ha proseguito Martinelli – nessuno dice che essere meridionale significa essere deliquente, ci mancherebbe. Va però ribadito che la predisposizione a delinquere e a fare del male è solitamente propria di chi nasce, cresce e si forma al Sud“.

La reazione del mondo del web è stata immediata, migliaia i commenti negativi al post di Martinelli, ma, come al solito quando si tratta dei pregiudizi razziali antimeridionali, ad oggi, è del tutto assente un minimo sentore di reazione pubblica da parte delle forze socio-politico-culturali progressiste di questo Paese.

Allora, rispetto all’ennesimo attacco discriminatorio, denigratorio e lesivo della dignità dei 21 milioni di cittadini meridionali, attacco che rispolvera le vergognose teorie razziste di Cesare Lombroso, ci si deve chiedere se l’Ordine dei giornalisti della Lombardia, così come prontamente richiesto dal Sindacato dei giornalisti della Campania, ritiene di dovere intervenire tempestivamente per espellere dall’albo l’infame denigratore? Oppure, intende fare finta di niente?

Ed ancora, le forze democratiche, laiche e radicali di questo Paese, che non è un Paese, pensano di organizzare a livello nazionale manifestazioni di piazza, presidi o flash mob per denunciare il persistere del pregiudizio razziale antimeridionale? Oppure, pensano che sia opportuno farlo soltanto per gli atti di razzismo che accadano negli altri Stati?

Già, in fondo sono i meridionali ad essere “terroni”. Sono i meridionali ad essere “delinquenti nati”. La colpa è sempre della “razza maledetta”.

La vergogna civile di questo Paese, che non è un Paese, ma due, non sono soltanto gli attacchi discriminatori cui sono continuamente sottoposti i meridionali, ma anche e soprattutto la mancata presa di posizione pubblica a livello nazionale da parte delle forze sociali, politiche e culturali che, a parole, si dichiarano di orientamento progressista e radicale, ma, nei fatti, quando si tratta della dignità dei meridionali, sembra che lo siano meno, molto meno, per non dire per niente. Chi tace acconsente?

Ma giù al Sud, i “delinquenti nati”, i figli della “razza maledetta”, stanno imparando a difendersi da soli.

24/07/2020 – Salvatore Lucchese 



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