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1 Maggio, 2024

L’ampio fronte del no allo scippo del Recovery Fund e alla secessione dei ricchi ai danni del Sud



In concomitanza sia con il rilancio della bozza della legge quadro sull’autonomia differenziata sia dell’iniqua proposta di ripartizione del Recovery Fund avanzata dal Governo Conte bis, 71 miliardi al Sud e 138 al Nord, invece, stando ai parametri europei, dell’esatto contrario, è ripresa la mobilitazione contro quella che è stata definita la “secessione dei ricchi”, che, Costituzione alla mano, si configura nei termini di un vero e proprio disegno eversivo, il cui fine consta nell’attuazione di un federalismo di tipo asimmetrico: legare i livelli dei diritti di cittadinanza alla ricchezza dei territori. La qualcosa comporterebbe l’istituzionalizzazione definitiva del Sud come colonia estrattiva interna di risorse materiali, economiche, culturali ed umane, a tutto vantaggio della bulimica locomotiva Nord.

Contro questo progetto che, sostenuto dai poteri forti del Paese a cui è organico il Grande Partito Trasversale del Nord (PD, Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, M5S), rischia di minare definitivamente sia l’unità politica che la coesione sociale e territoriale del Paese, ratificando, sul piano istituzionale, l’esistenza di almeno due Italie, si contrappone un ampio, articolato e variegato fronte di forze culturali, civili, politiche ed istituzionali.

Per quanto concerne le forze culturali e civili, tra le altre, si annoverano centri di ricerca, la Svimez e l’Alleanza degli Istituti Meridionalisti, associazioni e comitati civici, il Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e la rimozione delle diseguaglianze, le associazioni “e-Laborazione” e “Lab-Sud”, le reti “Il Sud Conta” e “Numeri Pari”, giornali e riviste il Quotidiano del Sud – L’altra voce dell’Italia, La Gazzetta del Mezzogiorno, La Prima Pietra, il VesuvianoNews e l’ArianoNews, accademici, studiosi e saggisti di grande spessore, tra gli altri, l’economista Pietro Massimo Busetta, autore de Il coccodrillo si è affogato e curatore della rubrica “Sudismi” sul Quotidiano del Sud, il giornalista e saggista Marco Esposito, autore di Zero al Sud e di Fake Sud, il giornalista ed economista Alberto Del Monaco, autore di Sud colonia tedesca, il costituzionalista emerito della “Federico II” Massimo Villone, autore di Italia, divisa e diseguale, e, infine, il costituzionalista Luigi Russo Spena e l’accademico federiciano Giuliano Laccetti, opinionista del Riformista e de La Prima Pietra.

Tra le forze politiche che da tempi non sospetti si sono mobilitate contro il disegno eversivo di istituzionalizzare le due Italie vanno sicuramente menzionati il Partito del Sud, Rifondazione comunista, Sinistra Italiana e il Movimento 24 Agosto. Così come bisogna evidenziare anche le contraddizioni e le ambiguità che rispetto a questo disegno caratterizzano i partiti sedicenti nazionali, in primis, il PD e il M5S.

Sul piano istituzionale, è da segnalare la presa di posizione ufficiale dei Presidenti delle Regioni Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata, Molise ed Abruzzo contro l’iniqua ripartizione delle risorse europee del Recovery Fund.

Come si può notare, si tratta di un fronte di mobilitazione ampio, articolato e composito, i cui punti di forza sono l’elevato grado di consapevolezza della posta in gioco e la conseguente qualità e quantità di iniziative attuate per scongiurare l’attuazione definitiva del disegno che mira a statuire le due Italie.

Tuttavia, non mancano le criticità, come, tra le altre, sia l’eterogeneità di alcune posizioni politico-culturali di fondo, che non sempre consentono di fare rete in modo adeguato, sia la mancanza di un più ampio e diffuso radicamento sociale.

28/12/2020 – Salvatore Lucchese   



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