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25 Aprile, 2024

Formazione del Terzo Settore: presentato a Villa Fernandes a Portici il corso gratuito StepAhead



Si è tenuta a Villa Fernandes, Bene Comune a Portici, la tavola rotonda di presentazione del progetto formativo 𝗦𝗧𝗘𝗣𝗔𝗛𝗘𝗔𝗗𝗥𝗶𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗦𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲. Obiettivo del corso, gratuito, è quello di accrescere il know how di chi già si occupa di terzo settore, nel Sud Italia, per poi attivare strategie in grado di massimizzare gli impatti positivi dei propri servizi.

Il corso è alla sua seconda edizione, la prima in presenza e si rivolge a dipendenti, volontari, operatori, collaboratori, manager, dirigenti di organizzazioni del Terzo Settore e dell’imprenditorialità sociale; ma anche a giovani laureati, liberi professionisti e policy maker.

Quattro i moduli del progetto, che si svolgerà nei mesi di marzo, aprile e maggio 2022, per un totale di 8 incontri, tutti in presenza nella sede di Villa Fernandes: nello specifico, si parlerà di Terzo settore ed enti pubblici: istruzioni per co-programmare e co-progettare; di  Finanza sostenibile; di Progettazione europea e, infine, di Social Media e Brand identity. L’evento è stato moderato dalla giornalista Nunzia Marciano.

Per Antonio Capece, direttore progetto Villa Fernandes: “La formazione è nel nostro DNA, da bene confiscato siamo diventati un polo di sviluppo locale. Ma la formazione va intesa come attività propedeutica del nostro territorio al lavoro. Oggi è un corso diverso quello che presentiamo perché ha l’obiettivo di professionalizzare chi già lavora nel terzo settore, con un’economia che mette al centro la persona per generare un profitto di comunità”.

A presentare il progetto è Marco Traversi, CEO Project Ahead – Partner Villa Fernandes: “È un percorso formativo che nel tempo della pandemia dove si è sperimentato il cambiamento radicale delle nostre abitudini e il terzo settore per primo si è fatto carico delle grandi difficoltà. Per affrontare il cambiamento erano necessari strumenti nuovi a partire dal digitale. Anche nel mondo della finanza le cose sono cambiate: non ci si può basare solo sulle donazioni ma si deve essere in grado di generare altre forme di entrata nel tempo. I moduli del corso saranno basati su questo, sui vari aspetti: digitale, normativo, economico”.

Per Vincenzo Durante, Responsabile area occupazione di Invitalia: “Le misure agevolative e il terzo settore sono strettamente connessi. Durante la pandemia abbiamo avuto più richieste sia dalle imprese più piccole per investire e rilanciarsi; sia per l’auto impiego, in un periodo in cui il mercato del lavoro è chiuso, l’alternativa è l’auto imprenditorialità. Il terzo settore registra due difficoltà: difficoltà di comunicazione del progetto, per la poca pianificazione e scarsa familiarità con la finanza agevolata, aperta al terzo settore relativamente da poco tempo. Per creare un legame diretto tra terzo settore e finanza agevolata, c’è bisogno proprio di chi invece fa formazione per agevolarne l’incontro”.

Per Vittorio Fresa, responsabile Cultura Crea di Invitalia: “Dal punto di vista economico, la pandemia è stata un’opportunità per creare nuovi modelli di business su cui riflettere e che resteranno anche dopo la crisi sanitaria”.

Per Giovanna De Rosa, CSV Napoli: “Grazie alla riforma si è data pari dignità al terzo settore, ma l’aspetto fondamentale su cui lavorare è quello dell’amministrazione condivisa. La Campania ha tante buone pratiche ma poco formalizzate. Bisogna capire che la contaminazione è fondamentale per generare idee condivise”.

Per Tommaso D’Alterio, della Fondazione Isaia: “Bisogna lavorare sulla professionalizzione del terzo settore, con persone preparate e con la formazione come quella che si presenta oggi, affinché si lascia la logica del prigettificio o almeno la di consideri solo in un momento iniziale e si passi ad un’auto imprenditorialità sostenibile nel tempo”.

Le conclusioni sono state affidate a Marco Musella, Professore di Economia Politica – UniNa: “Una trasformazione importante è quella che le fondazioni di erogazione escano dalla logica dei bandi per sostenere chi è già sul territorio nel terzo settore, considerandone la valenza di produzione sociale ad di là della rendicontazione. Gli enti pubblici non hanno fiducia in chi opera nel terzo settore ed è sbagliato: il terzo settore costruisce capitale sociale, ossia fiducia”. 



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