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3 Maggio, 2024

M5S, federalismo fiscale, regionalismo differenziato. Si rilanci la linea Fico-Ruocco: annullamento delle bozze “eversive”, proseguimento dell’“operazione verità”, centralità del Parlamento



Dal punto di vista storico-politico, se il M5S, recependo al 20° punto del “Contratto” di Governo con la “Lega Nord” il tema dell’“autonomia”, ha dato continuità al processo di attuazione delle autonomie regionali a “geometrie variabili” richieste dal Veneto, dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna ed avviato sotto forma di sigla delle Pre-Intese nel febbraio 2018 dal dimissionario Governo Gentiloni, è anche vero che, grazie al proficuo dialogo costruttivo instaurato con movimenti meridionalisti di base, soprattutto Il Sud Conta, e con autorevoli esperti e centri di ricerca meridionalisti ed universitari, in primis, l’Osservatorio sul Regionalismo differenziato istituito presso il Dipartimento di Giurisprudenza della “Federico II” di Napoli, allo stesso M5S deve essere riconosciuto il merito di averne bloccato la realizzazione, evidenziandone anche le notevoli criticità sia per quanto concerne gli aspetti procedurali, il ruolo del Parlamento, sia rispetto ai contenuti, materie da devolvere, ed ai criteri di assegnazione dei corrispettivi finanziamenti.

Tuttavia, dopo avere impedito quello che da eminenti costituzionalisti ed economisti, tra gli altri, Massimo Villone, Giuseppe Bertagna, Gianfranco Viesti ed Adriano Giannola, è stato definito come un disegno “eversivo”, un “colpo di Stato” finalizzato ad attuare la cosiddetta “secessione dei ricchi” tramite la fuga della “locomotiva settentrionale” per portare, così, a termine la realizzazione del “disegno” leghista di un “Grande Nord”, disegno, oramai, fatto proprio da buona parte dei poteri forti di questo Paese, sempre lo stesso M5S, in occasione delle trattative col PD per la nascita del Governo Conte bis, ora citando esplicitamente le richieste delle tre Regioni “eversive”, ora, di contro, facendo riferimento all’esigenza di determinare in via prioritaria i livelli essenziali di prestazione (Lep), ora sostenendo che il processo debba essere completato, ora, invece, rimarcando il fatto che la sua attuazione debba essere coerente coi principi costituzionali di equità, coesione e solidarietà è apparso di nuovo esprimere delle posizioni ambigue e contraddittorie. Posizioni ambigue e contraddittorie che sono presenti nello stesso programma del Governo giallo-rosso, là dove, al suo 20° punto, si fa riferimento al “completamento del processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa”.

Ma come può essere completato, ossia, portato a termine, un processo, il cui inizio, le Pre-Intese del 2018, si basa su principi diametralmente opposti, quali la sperequazione, la discriminazione e l’indebita estrazione di risorse pubbliche da una parte del Paese, il Nord, ai danni dell’altra, il Sud?

Per quanto concerne il federalismo fiscale, a seguito del libro-inchiesta di Marco Esposito, Zero al Sud, deve essere riconosciuto al M5S il merito di avere finalmente iniziato a porre termine ai “diritti zero al Sud”, sia per i trasporti sia per gli asili nido, tramite la correzione della “tabella con i fabbisogni zero”, la tabella della vergogna civile di questo Paese. Il provvedimento è stato realizzato il 24 luglio 2019 dalla Commissione tecnica fabbisogni standard, guidata dall’economista Gianpaolo Arachi, mentre i suoi protagonisti politici sono stati i pentastellati Laura Castelli, Salvatore Giuliano e Luigi Gallo.

Ma per meglio chiarire i meriti, le ambiguità e le contraddizioni presenti all’interno dello stesso M5S rispetto al regionalismo differenziato si proceda in ordine e si faccia un passo indietro.

Mentre nel maggio del 2018 il M5S a livello locale sottoscrive e vota un ordine del giorno nel Consiglio regionale lombardo con il quale si impegna la Giunta a riaprire le trattative con il Governo sulla base delle Pre-Intese firmate con Gentiloni, nel febbraio del 2019, a livello nazionale, il M5S fa saltare l’accordo a livello governativo e allo stesso tempo redige un documento in cui recepisce le critiche rivolte all’impianto delle trattativa in corso tra il Governo e le tre Regioni “eversive”: dalla salvaguardia dei principi costituzionali al rifiuto di un modello di cittadinanza asimmetrica; dal primato dell’uguaglianza sulla diversità alla centralità del parlamento; dal rifiuto della determinazione dei fabbisogni sulla base del gettito fiscale alla priorità di fissare i Lep.

Da allora, la componente meridionale del M5S ha preso il sopravvento su quella settentrionale ed ha elaborato una strategia di contrapposizione al compimento dello “sciagurato” disegno estrattivo incentrata sui seguenti punti: proseguimento ed attivazione di nuove inchieste parlamentari incentrate sull’“operazione verità”; incompatibilità finanziaria delle richieste con la tenuta dei conti dell’intero sistema Paese; istituzione di un fondo di perequazione regionale per garantire la coesione sociale e territoriale; formulazione di regole di accesso per la presentazione delle richieste di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”; salvaguardia della centralità del Parlamento e del sistema nazionale d’istruzione.

Il M5S rilanci questa linea che ha nel Presidente della Camera, Roberto Fico, e nella Presidente pentastellata della Commissione Finanza della stessa Camera, Carla Ruocco, due tra i suoi più validi e lucidi artefici ed interpreti, e si ponga come argine principale rispetto al “colpo di Stato dei ricchi” in salsa emiliano-romagnola.

18/09/2019 – Salvatore Lucchese



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