Comunicazione è manifestare i propri bisogni o disagi con gesti, far uscire fuori le proprie emozioni ed i propri pensieri.
Il processo comunicativo, secondo il modello Shannon-Weaver, si basa su alcuni elementi fondamentali:
- il sistema (animale, uomo, macchina) che trasmette (l’emittente);
- un canale di comunicazione, necessario per trasferire l’informazione;
- un contesto di riferimento in cui il processo si sviluppa;
- il contenuto della comunicazione è contenuto nel messaggio;
- il destinatario del messaggio comunicato (il ricevente);
- l’informazione;
- un codice formale mediante il quale viene data una forma linguistica all’informazione, cioè viene significata.
Questi elementi sono necessari per costruire un modello della comunicazione che preveda anche due atti comunicazionali da parte dell’emittente e del ricevente: la codifica e la decodifica delle informazioni.La caratteristica fondamentale della maggior parte dei processi di comunicazione è, però, che la presenza del ricevente non implica necessariamente l’assunzione completa dell’informazione: ciò, infatti, dipende sia dall’efficacia del canale sia, soprattutto, dal risultato dell’interpretazione (significazione inversa) del messaggio da parte del ricevente; tale risultato è fortemente influenzato dal livello di condivisione del codice, quando questo non è univoco, come spesso accade nei linguaggi estremamente complessi e, quindi, in ultima analisi, dai fattori che influenzano l’emittente ed il ricevente. Perciò, specificatamente nell’ambito delle teorie psicologiche ed etologiche ed usualmente nei modelli generali sulla comunicazione più utilizzati, si introduce il “contesto”, perché quest’ultimo influisce sui due processi di significazione (dell’emittente e del ricevente) e, quindi, costituisce in tali modelli il sesto elemento fondamentale e rappresenta uno spazio che viene condiviso da tutti i membri che comunicano.Comunicazione é, dunque, esprimere la propria liberà senza vincoli, né condizioni é una delle prerogative di qualsiasi rapporto, ragion percui gli esseri umani hanno da sempre avuto bisogno di interscambiare tra loro idee e sensazioni, si pensi alla prima azione, spontanea, di un bambino: Il pianto.L’uomo ha sempre dovuto ingnenarsi per poter comunicare con persone a sé care che vivevano in luoghi lontani, i piccioni viaggiatori nell’800 i telegrafi e le radio e le lettere successivamente, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui la distanza viene letteralmente spezzata da innovativi mezzi che permettono una maggior presenza nella vita delle persone, se pur non fisicamente. Grazie alla sua intelligenza l’essere umano è riuscito ad inventare una nuova forma di comunicazione: L’avvento della teconologia è stato dato dai telefoni cellulari, dalle mail, dalle video-chiamate e da tutto quello che è conseguito dal bisogno effettivo che si aveva di crescere e annullare gli spazi. Si tende ad avere sempre più risposte immediate che non consentono, spesso, di avere percezione della realtà, rendendoli quasi usuali anche se importanti.
La giornalista Chiara Diana sul problema dell’immediatezza delle risposte: I social network uccidono la riflessione. Costringono l’utente a rispondere immediatamente, senza neanche avere il tempo di pensare a quello che ha davvero in testa. E poi impongono alla persona ad avere sempre un’idea su tutto, che è impossibile. L’effetto è la dispersione mentale”. Per Galimberti non è vero che Twitter, con 140 caratteri a disposizione, educa alla sintesi. “È l’abolizione del pensiero, che si riduce a uno slogan. A questo punto hanno più potere i grafici degli scrittori”. Verso quale direzione sta andando l’umanità non si sa. “Il futuro – conclude – è imprevedibile perché non abbiamo codici di riferimento, è tutto velocissimo. A essere sincero non so come cresceranno i giovani di oggi, chi diventeranno. Prendo solo atto dei pericoli della tecnologia in relazione alla comunicazione. Rendersene conto è il primo passo per cercare di cambiare le cose. Non vuol dire arrestare il progresso, sia mai.
(Tratto da un articolo di Chiara Diana su ilfattoquotidiano.it del 17/06/2015)
La comunicazione è un aspetto essenziale della vita umana e per questo costituisce oggetto di un’attenta regolamentazione. Il diritto dei mezzi di comunicazione è quella parte di diritto che disciplina l’accesso, l’esercizio e la fruizione di un qualsiasi strumento per comunicare, con riferimento tanto all’emissione del messaggio quanto alla sua ricezione.Esso disciplina la comunicazione sia in relazione al suo contenuto, stabilendo un insieme di regole applicabili indipendentemente dal mezzo, che agli strumenti attraverso cui avviene, assumendo per ciascuno di essi una specifica struttura. Attualmente però, viene considerato un sistema in movimento, visto che con l’evolversi delle tecnologie in direzione della convergenza, più forme di comunicazione confluiscono insieme nella stessa piattaforma tecnologica.Inoltre, le nuove esigenze dei giovani di comunicare tramite il corpo, non tanto vestendosi in un certo modo, ma utilizzando in maniera diffusa tatuaggi e piercing, sottolineano nuovamente questa dimensione: L’utopia cyborg di fondere la tecnologia con il corpo – che ha visto nel Futurismo una lucida e anticipatoria concettualizzazione – sta uscendo dalle avanguardie artistiche e dall’impegno politico per farsi linguaggio quotidiano.Un altro protagonista di questa nuova centralità del corpo, visto sia come medium sia come contenuto, è certamente la medicina. Le nuove tecniche diagnostiche rendono, come nel caso dell’ecografia preparto, l’indagine un vero e proprio momento di comunicazione e di condivisione collettiva. Il proliferare di questi strumenti diagnostici soprattutto se collegati a sensori permanenti per i pazienti che richiedono monitoraggi continui, sta creando una vera e propria rivoluzione informativa nel mondo della salute dove la comunicazione tempestiva e corretta dei dati clinico-sanitari risulta fondamentale non solo per intervenire correttamente ma anche per analizzare – ex post – l’efficacia di specifici farmaci o terapie e poter quindi disporre di dati oggettivi per guidarne il miglioramento.Dobbiamo essere lieti di potere usufruire di mezzi elettronici così veloci e funzionali, ma non dobbiamo dimenticare che, quando si tratta di comunicare sentimenti e idee, è meglio fermarsi, temporeggiare per esprimere almeno quelli senza farci incalzare dalla fretta. Allora usiamo ciò che l’uomo è in grado di inventare, facciamo affidamento su questa tecnologia, ma non dimentichiamo di trovare sempre il tempo per esprimere in maniera esaustiva i nostri pensieri e le nostre emozioni, fermandoci a scrivere una lettera da affidare al vento e che contenga ciò che più profondo è in grado di partorire la nostra mente.Giulia Ventura