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20 Aprile, 2024

Costanza, una donna “sui generis”



Cari lettori,ho avuto il piacere di conoscere una Donna ieri sera, e no, non è uno sbaglio se la chiamo Donna con la lettera maiuscola, ella si è distinta durantre la sua vita in maniera differente da ciò a cui siamo abituati a leggere, ovvero per pura cronaca nera.

Oggi voglio raccontarvi di qualcuno che in maniera mutevole ha creato un nuovo modo di osservare le cose, di concretizzarle e gestirle in una vita non proprio facile che è stata sempre tenuta riservata dal mondo, perchè si sa, non tutti gli eroi escono allo scoperto.

Questa è la storia di Costanza, un’anziana signora residente nella città di Melfi.

Costanza nasce nel 1930 da una famiglia umile di cui era ultima ricevuta di sette fratelli.

Bambina allegra e solare si dedica sin da subito a gli studi,che come ben sapete, in quei tempi tendevano ad essere limitati dalla volontà delle famiglie di avere il maggior numero di figli in casa a dare una mano con le varie faccende a cui doveva adempiere una famiglia che viveva di quel che produceva.

Appassionata dalla lettura, dovette mettere da parte la sua passione e fu tirata via dagli studi alla tenera età di dieci anni, incaricata della pulizie all’interno della stalla presso il terreno in cui era stanzaiata la sua famiglia, nonostante il faticoso lavoro la nostra piccola donna cercò di accrescersi per comprendere le varie sfaccettature della vita che non riusciva a spiegarsi ma su cui si interrogava:

<<Perchè non viviamo in un palazzo? Quei cavalli e quelle carrozze che vedo passare davanti casa mi sembrano così confortevoli, come si fa ad averne una? I miei fratelli lavorano in camiceria,perchè io resto a casa a badare alle bestie? >>

Interrogativi leciti,che spinsero Costanza a ricercare la causa delle cose percorrendo l’unica strada che credeva accessibile ad una bambina di dieci anni: Chiedendo ai suoi genitori,che, ovviamente si dileguavano abilmente dal rispondere , come spiegare ad una bambina di proletariato, economia, povertà e ricchezza?!

Ebbene la ragazza si dedicò sempre più a leggere fino a tarda notte in cui il lume della lampada ad olio presente nella stalla non spetteva di ardere, il che voleva dire aver finito l’olio e dato il suo valore bisognava utilizzarlo con parsimonia, pena la strigliata del papà.

Da sola e lavorando nel contempo riuscì a finire e rileggere ben venti manoscritti appartenenti all’eredità della madre il cui avo fù carradore (mestiere ormai scomparso ai giorni nostri. Consisteva nel sistemare i grandi raggi delle ruote dei carri e anche tutto quello che comprendeva il calesse). L’uomo però ardeva di passione per la cultura e con parte dei soldi guadagnati nel suo lavoro acquistò manoscritti latini, volgari e alcune raccolte di novelle.

La ragazza spinta dalla volontà si diplomò nel 1941 a ridosso dell’esplosione della guerra che finì per lasciarla orfana di entrabi i genitori,i quali sapendola “zitella”, le intestarono l’intera proprietà, facendola ereditare con la responsabilità del casolare, anche quella dei fratelli (tutti maschi) e delle rispettive famiglie che vivevano all’interno del nucleo.

Costanza durante la guerra finì per vivere assieme alle sue bestie, che proteggeva come il più caro dei tesori, e fu abusata più e più volte dai militari che percorrevano le strade sterrate per raggiungere il fronte o per ritirarsi.

Giunse la fine della guerra,la liberazione,lei, la sentì profondamente vitale,tanto da dare un nuovo senso a tutto. Si rimboccò le maniche riportando a nuova luce l’intero complesso e riservandosi il tempo per lo studio,riuscì nel 1949 a laurearsi con lode presso l’ Università di Napoli Federico II ed abilitandosi alla professione di Maestra, prima nelle scuole elementari e successivamente presso gli istituti superiori in cui fu docente di matematica e fisica , condusse una carriera meravigliosa ed i suoi alunni l’acclamavano per il metodo usato che non era costrittivo o punitivo ma semplicemente meritocratico, lo stesso metodo che le permise di raggiungere importanti traguardi durante la sua vita.

Costanza, il cui nome le sembra cucito addosso, oggi trascorre la sua vecchiaia nell’antico possedimento,con una donna che la aiuta nella mansioni quotidiane , contornata da animali, gli unici che , a quanto racconta, non le hanno mai voltato le spalle.

Questa è la storia di una donna comune che col suo contributo ha accresciuto la nostra storia ed insegnato che nella vita bisogna darsi da fare perchè le cose bisogna meritarsele con il proprio duro lavoro.

Spero che questa storia raccontata a fatica da una Donna tanto speciale possa far lifrettere voi lettori, e soprattutto spronarvi a fare sempre il meglio.

Giulia Ventura

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