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28 Marzo, 2024

Donne tra ideali e realtà. La visone introspettiva femminile.



Le donne hanno la grande capacità di riuscire a risolvere i problemi a loro circostanti trovando risposte interiori, la capacità femminile di riusire a trovare dentro sè stesse, le cause e le risoluzioni, è decisamente una vecchia scoperta, si pensi all’atto più natrale esistente: Il parto.

Durante il periodo storico precedente al nostro secolo, le donne hanno sempre affrontato questo momento da sole o, in casi eccezionali, in compagnia di altre donne, più anziane di loro, che avendo già vissuto quest’eserienza, potevano aiutarle. L’istinto mischiato alla naturale spontaneità nel parto, riesce a ben spiegare la reale capacità di una donna, che anche se sofferente, riesce a pensare prima al benessere del bambino nel suo grembo che del suo. Per quanto normale possa sembrare non è sempre così negli uomini: Spesso, egoisticamente,  tendono a pensare in primis al proprio benessere per poi arrecare tale beneficio anche alla sua prole.

La differenza tra sessi in questo caso viene determinata in maniera più interna rispetto a ciò di cui si parla ricorrentemente, l’uomo e la donna infatti hanno differenti peculiarità introspettive, attribuibile alla donna è sicuramente la sensibilità, che diventa ancor più intensa se a possederla è un uomo.

La sensibilità non è donna, la sensibilità è umana. Quando la trovi in un uomo diventa poesia.
(Alda Merini)

L’aromento dell’introspezione femminile è da sempre presente nella penna di illustri scrittori ma anche in uno degli ambiti più popolari presenti al mondo: La religione.

L’idea che la “Vergine Maria” abbia una “funzione psicologica” che è interna ai meccanismi istintivi dell’essere umano,  potrebbe sembrare assurdo e difficile persino da immaginare,  all’inverso anche il Diavolo svolge la stessa funzione psicologica di liberare la mente, dall’assillo, dallo stress, dalle preoccupazioni, dal disagio pischico e dai sentimenti del conflitto tramite la permissività nei vizi.

Possiamo giungere alla conclusione che le donne hanno sempre avuto un ruolo di coscienza, e la coscienza non è altro che la consapevolezza di sè, delle proprie possibilità e della capacità di poter modificare le circostanze con la propria volontà, si pensi anche alla Mitologia Greca, nella quale le donne e le dee dell’olimpo esercitavano la funzione di accendere, stimolare e far emergere il fuoco della passione erotica al fine di operare prima la purificazione degli istinti e poi la mutazione della pulsione sessuale in amore, creatività, coscienza di relazione e conoscenza delle regole relative allo scambio materiale, emotivo, cognitivo e simbolico che avvengono incessantemente in tutte le relazioni.

Le vicende degli eroi ci descrivono stadi progressivi di apprendimento della “funzione psicologica” trasmessa non tanto dalla religione o dalle leggi civili, ma dal rapporto quotidiano con la psiche femminile capace di arginare, contenere, inibire, frustrare e persino “pietrificare” la libido maschile.

Le teorie di Jung e di altri neuroscienziati ipotizzano l’esistenza di un principio psichico (il Sè nucleare) dotato di capacità di autoregolazione nel riunire in sè i contrari e conciliare gli opposti, di sintetizzare gli elementi eterogenei in materiale “narrativo” e trasformare le sensazioni del disagio e i sentimenti del conflitto in testi, raffigurazioni, simboli utili a ristabilire l’equilibrio e cementare la crescita dell’Io “autobiografico.”

L’individuo costruisce la propria identità in base a una personale visione della realtà e del mondo attraverso costruzioni verbali e autoimmagini, spesso rafforzate da status symbol, che hanno il preciso scopo di opporsi al disordine, all’entropia, al decadimento stesso della persona, del suo aspetto e della sua salute nel corso del tempo.

Con le parole famigliari e i modi di dire, i proverbi e le frasi modellate su specifiche attitudini dell’uomo è possibile modellare un comportamento in grado di conferire un senso, una omogeneità e una coerenza al nostro proprio Io da cui emerge con il tempo una vocazione particolare, un destino, o meglio, il senso di predestinazione che rafforza ulteriormente la nostra personalità.

Giulia Ventura

 

 



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