Nel commentare il Rapporto SVIMEZ 2020, presentato in diretta facebook martedì 24 novembre, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte si è avviato a concludere il suo intervento affermando: “Non ci sarà tregua sino a quando saremo costretti a parlare di un territorio diviso”.
Ma stando agli attuali contenuti della legge di bilancio, il Governo Conte, con il silenzio assenso del suo Ministro per il Sud, e già ex vice-direttore della Svimez, Giuseppe Provenzano, va nella direzione diametralmente opposta.
Infatti, vista da Sud, la legge di bilancio prevede delle misure che se attuate inasprirebbero ancora di più i divari e le diseguaglianze tra il Nord e il Sud del Paese sino ad istituzionalizzarli: 1. Conferma della “leva di porco” della spesa storica quale criterio iniquo della ripartizione della spesa pubblica complessiva a livello sociale e territoriale; 2. Attuazione del federalismo fiscale anche a livello regionale per portare l’Irpef e l’Iva al mulino del sistema Nord; 3. Approvazione della legge quadro sul regionalismo differenziato.
Insomma, sembra proprio che Conte, Provenzano e Boccia adempiano al ruolo degli “ascari” meridionali che predicano bene e razzolano male. Razzolano nel cortile di casa del Grande Partito Trasversale del Nord e prospettano l’ennesima uscita da una crisi scaricandone i costi soprattutto sul Sud, per così ridurlo definitivamente alla sua funzione di colonia estrattiva interna.