Dopo le sentenze della Consulta sulla legge Calderoli, di cui sono stati evidenziati ben sette profili di incostituzionalità e sulla conseguente non ammissibilità del referendum abrogativo della suddetta legge quadro sul regionalismo differenziato, chi deve fare cosa per evitare la “secessione dei ricchi” ai danni del Sud, e non solo del Sud?
Sulle pagine dell’edizione odierna di “Repubblica-Napoli“, una risposta a questa domanda cruciale per il proseguimento della mobilitazione contro il tentativo eversivo dello spirito e della lettera della Costituzione di istituzionalizzare in via definitiva la condizione subalterna del Sud come colonia estrattiva interna del sistema-Nord è stata data dal costituzionalista emerito della “Federico II” Massimo Villone.
“Le opposizioni – ha scritto Villone – sono chiamate a porre un freno. ma niente illusioni. I regolamenti parlamentari non consentono di bloccare una maggioranza che rimane compatta. Quindi bisognerà fare emergere in chiaro le faglie che si avvertono nella colazione di governo. un gioco di sponda in cui il primo passo deve essere acquisire in parlamento una documentazione completa sulle richieste avanzate dalle quattro regioni (Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, n.d.r.) con cui Calderoli ha avviato la trattativa e intende continuarla”.