La Consulta fa a pezzi la legge Calderoli sul regionalismo differenziato, le opposizioni esultano, ma nessuno dei suoi leader fa riferimento al gap Nord-Sud. Dal Pd al M5S, passando per AVS, è un coro unanime di urrà per la vittoria contro il tentativo maldestro di Calderoli & C. di spaccare il Paese. Tuttavia, né Bonelli dei Verdi, né De Cristofaro di SI, né Schlein del Pd, né Conte del M5S hanno fatto un pur minimo riferimento al fatto che il regionalismo differenziato, figlio della centralità di una fantomatica questione settentrionale sbandierata da tutte le forze politiche nel corso degli ultimi quarant’anni, mira ad istituzionalizzare definitivamente la condizione del Sud come colonia estrattiva interna di risorse economiche ed umane. E’ un’orgia di celebrazione dell’Italia “una e solidale“. In realtà, smontata la legge Calderoli, occorrerebbe rilanciare la centralità della questione meridionale come questione nazionale ed europea, come tema di unificazione, non solo formale, ma anche sostanziale del Paese. Chi lo farà?