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18 Aprile, 2024

Sindaci contro il dl Salvini. Polverone alzato dal Sindaco di Palermo ma che trova man forte anche da Luigi de Magistris



Chi, come il ministro dell’Interno, fino a qualche giorno fa affermava di governare per conto di “60 milioni di italiani” (con buona pace del risultato elettorale, dove il conteggio si era fermato a 5 milioni e mezzo) oggi dovrà fare i conti con il polverone sollevato contro il “suo decreto sicurezza dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Orlando ha infatti fatto sapere di avere sospeso nel capoluogo palermitanol’applicazione delle norme del cosiddetto dl sicurezza relative agli immigrati, con particolare riferimento a quelle sull’anagrafe.

“E’ un provvedimento disumano e criminogeno – ha detto Orlando -. Per queste ragioni ho disposto formalmente agli uffici di sospendere la sua applicazione, perché non posso essere complice di una violazione palese dei diritti umani, previsti dalla Costituzione, nei confronti di persone che sono legalmente presenti sul territorio nazionale”. Nella nota inviata agli uffici comunali, il sindaco di Palermo ha fatto propri alcuni dei dubbi espressi nelle ultime settimane circa la costituzionalità del provvedimento, in particolare il punto secondo cui la mancata iscrizione anagrafica dei cittadini con permesso di soggiorno determinerebbe l’impossibilità di accesso a servizi fondamentali e garantiti quali ad esempio “la libertà di movimento, il diritto alla salute e alle cure tramite il Servizio sanitario e l’inviolabilità del domicilio”.

“Ci sono decine di migliaia di persone – ha spiegato Orlando – che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all’Inps e fra qualche settimana o mese saranno ‘senza documenti’ e quindi illegali”. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla”.

La risposta di Salvini non si è fatta attendere. “Il sindaco trovi il tempo di occuparsi dei tanti problemi della sua città, invece di disobbedire alle leggi sull’immigrazione”, ha detto il ministro dell’Interno, annunciando, come da copione, una sua prossima visita nel capoluogo siciliano. Una reazione sprezzante che però non ha fatto i conti con la breccia aperta dall’iniziativa del sindaco di Palermo, a cui si sono subito uniti, esprimendo forti dubbi sugli effetti del dl sicurezza sui rispettivi territori, il sindaco di Napoli De Magistris, quello di Firenze Dario Nardella, ma anche Federico Pizzarottida Parma e Marco Alessandrini da Pescara. La preoccupazione dei primi cittadini, la stessa espressa dalle opposizioni e da molte associazioni all’atto dell’approvazione del decreto, è che il combinato disposto tra cancellazione del permesso di soggiorno umanitario e depotenziamento degli Sprar, in mancanza di una seria politica (e di fondi) per i rimpatri, possa determinare situazioni di insicurezza per le città, con molte persone che da un giorno all’altro rischiano di ritrovarsi senza documenti e senza fissa dimora.

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